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ANPI Riesi. Santo Margiotta: storia di un deportato riesino, scoperta dal nipote Luca Margiotta

Non conosco i motivi che mi spinsero all’età di 15 anni ad avvicinarmi alla genealogia e alla storia familiare ma è probabile si tratti di una vocazione personale e innata che fuoriuscì e iniziò a concretizzarsi tra il 1995 ed il 1996 con l’inizio di una lunga serie di ricerche d’archivio e di raccolta di tradizioni orali familiari per me ovviamente avvincenti, uniche, coinvolgenti le quali, proseguite ininterrottamente fino ad oggi passando al setaccio gli ultimi 500 anni, mi hanno permesso di scoprire la provenienza geografica, l’identità e le vicende principali della vita dei miei antenati come protagonisti di tempi passati andando indietro in alcuni casi anche per oltre 13 generazioni. I documenti sono stati ritrovati uno dietro l’altro e da ogni documento emergevano storie, fatti, litigi, povertà, ricchezze e diverse vicende le une collegate alle altre come anelli di una catena rappresentante la vita di una singola persona, all’interno di un gruppo familiare e quindi di una comunità. Molte ricerche sono partite alla fine degli anni ’90 in parallelo fra loro sia per la mia famiglia paterna che per quella materna originaria di Riesi ma, tra le molteplici, l’indagine svolta sulla vita di mio nonno materno Santo Margiotta nato a Riesi nel 1917 in una famiglia contadina, sesto figlio di Salvatore e di Teresa Alessi, si è rivelata particolarmente avvincente. Partendo dalle sue tradizioni orali riguardanti la dura esperienza della deportazione e dell’internamento in Germania durante la seconda guerra mondiale sono riuscito a ricostruire la sua storia personale in quel travagliato periodo avvalendomi di documentazione rintracciata presso l’Archivio di Stato di Caltanissetta, l’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito a Roma e gli archivi di Bad-Arolsen in Germania per il tramite della Croce Rossa Internazionale; gradualmente scoprivo tutta una serie di date, fatti, nomi di personalità militari che tornavano perfettamente con le tradizioni orali e che abbracciavano un periodo compreso tra il gennaio 1939 quando mio nonno iniziò la ferma ordinaria militare presso la Regia Aeronautica a Ferrara e l’ottobre 1945 momento in cui fece ritorno a Riesi, passando per una serie di vicende intermedie parimenti importanti, come il richiamo alle armi nel 1941, il lungo viaggio via terra del suo reggimento per raggiungere i territori greci dichiarati in stato di guerra nel 1942, nonché la permanenza dello stesso nel Peloponneso fino all’armistizio con gli anglo-americani nel settembre 1943. Poi ho ricostruito la cattura e la deportazione come Internato Militare Italiano (I.M.I.) nel campo di prigionia di Weissensee, uno dei 22 campi appartenenti allo M-Stalag III D di Berlino, il lavoro forzato nella fabbrica per la costruzione di carri armati, il passaggio come civile, infine la liberazione da parte dell’esercito russo e il viaggio di ritorno verso la Sicilia. Mio nonno è morto a Roma nel 2008 ma le mie indagini storiche sono proseguite fino alla richiesta della medaglia d’onore ai cittadini deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra, conferita dal Presidente della Repubblica nel maggio 2015 e consegnatami dal Prefetto di Roma. La storia di mio nonno e anche la storia delle mie ricerche hanno così colpito e affascinato Giuseppe Calascibetta, referente dell’A.N.P.I. di Riesi sez. Gaetano Butera, che ho conosciuto l’anno scorso, tanto da spingerlo a chiedere al Comune di Riesi di attribuire una Targa di Benemerenza alla memoria di mio nonno che verrà consegnata appena potrò fare ritorno nella mia amata terra d’origine.

Autore: Luca Corino Margiotta

RIESI -GRANDE PARTECIPAZIONE DI PUBBLICO PER LA MOSTRA RìESISTENTI E LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO RESISTENTI

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Da sinistra: Filippo Marino, Ignazio Giudice, Salvatore Chiantia, Giuseppe Calascibetta, Rosario Riggio e Attilio Gerbino

Grande partecipazione di pubblico, nella sede della CGIL di Riesi, per la presentazione del libro di Giuseppe Calascibetta Resistenti, storie di partigiani, deportati e antifascisti di Riesi e della mostra curata da Attilio Gerbino RiESISTENTI. Il dibattito è stato moderato da Rosario Riggio e sono intervenuti il sindaco di Riesi, Salvatore Chiantia, il segretario della CGIL di Riesi, Filippo Marino e il segretario della CGIL di Caltanissetta, Ignazio Iudice.

Filippo Marino porta i saluti della CGIL di Riesi e ribadisce la necessità di consolidare i rapporti di collaborazione tra la CGIL e l’ANPI sui temi dell’antifascismo, della democrazia e della difesa della Costituzione; occorre fare fronte comune e porre un argine ai fenomeni discriminatori, razzisti, antisociali per combattere il populismo demagogico e, in questo, anche il contributo dell’arte è utile per tramandare la memoria storica dell’antifascismo.

Rosario Riggio, nell’introdurre il dibattito, ricorda il convegno Meridionali e Resistenza che ha organizzato il 6 agosto del 2013, sempre nella sede della CGIL di Riesi, dove è stato presentato il primo elenco di nominativi di partigiani riesini. Da quel convegno parte l’idea di aprire una sezione ANPI a Riesi di cui diventa referente Giuseppe Calascibetta che porta avanti il lavoro di ricerca sui partigiani, gli antifascisti e i deportati riesini e che trova un primo approdo nella presentazione del libro Resistenti.

Salvatore Chiantia, sindaco di Riesi, ribadisce la disponibilità dell’amministrazione ad aderire alle iniziative promosse dall’ANPI locale, patrocinando il libro in questione e l’iniziativa in corso. Per il sindaco – ricordando il giovane Gaetano Butera, Medaglia d’oro al valor militare, trucidato dai nazisti alle Fosse Ardeatine e a cui l’amministrazione comunale ha intitolato il Centro polivalente comunale – la storia di questi nostri concittadini deve essere da esempio.

Ignazio Giudice, evidenzia come questa iniziativa promossa dall’ANPI e dalla CGIL consolida il sodalizio sui temi dell’antifascismo, della democrazia e della difesa della Costituzione sempre più attuali, visto il momento caratterizzato da fenomeni di razzismo e crisi dei valori democratici. Lo stesso ricorda la battaglia per il referendum costituzionale proposto da Renzi e la collaborazione tra la CGIL e l’ANPI a difesa della Costituzione e l’importanza delle iniziative svolte che stanno portando a crescere le sezioni ANPI in provincia di Caltanissetta.

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Mostra d’arte RiESISTENTI a cura di Attilio Gerbino

Attilio Gerbino curatore della riedizione della mostra RiESISTENTI, citando i nomi degli artisti partecipanti (Tina Aldisi, Filippo Bordonaro, Attilio Gerbino, Lisa Giuliana, Tonino Perno, Domenico Pistone, Rosario Riggio, Vincenzo Scimone e Giuseppe Vella), racconta come dalla prima edizione della mostra, avvenuta nell’agosto del 2016 presso la Casa comunale in piazza Garibaldi, si arriva alla decisione di prestare le opere in comodato d’uso alla CGIL locale con lo scopo di far maturare nei cittadini, attraverso l’arte, la consapevolezza di parte della propria storia legata alle donne, gli uomini, i luoghi e i fatti legati all’antifascismo e alla Resistenza. Tra le opere in esposizione si citano: il dipinto di Lisa Giuliana dedicato alle donne antifasciste riesine protagoniste coraggiose di riunioni politiche clandestine; l’opera di Attilio Gerbino che, scelta come immagine di copertina del libro, raffigura simbolicamente il palazzo dove avvenivano gli interrogatori e le torture ad opera della polizia fascista; infine il quadro, intitolato Abbraccio (a simboleggiare l’abbraccio tra il periodo artistico siciliano e quello piemontese) che Rosario Riggio dedica all’artista riesino Filippo Scroppo, antifascista e membro del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, attraverso la citazione di sue opere realizzate tra gli anni Venti e gli anni Ottanta del Novecento.

Giuseppe Calascibetta, l’autore, presentando il suo volume dà notizia dell’individuazione di un nuovo partigiano riesino, Giuseppe Golisano, tra le vittime della Strage dell’Olivetta a Portofino dove, nella notte tra il 2 e il 3 dicembre del 1944, furono fucilati ventidue prigionieri politici, prelevati dalla IV sezione del carcere di Marassi, i cui corpi vennero dispersi in mare. Nella città ligure, a ricordo dell’eccidio, venne innalzato un monumento. La storia di Giuseppe Golisano si può accostare a quella di Gaetano Butera, morto nelle Fosse Ardeatine a Roma, e, come lui, vittima dei nazisti. Calascibetta conclude il suo intervento con un appello ad eventuali famigliari, ancora in vita, a presentarsi all’ANPI di Riesi per completare la ricostruzione storica e ricevere le dovute benemerenze in memoria del martire della Resistenza.

Pino Testa, ricorda il lavoro svolto dalla Maestra Cesarina Conti con la classe 5 C del Plesso Lago anno scolastico anno 1987/1988 su Gaetano Butera, mettendo in evidenza l’importanza e il ruolo della scuola sulle tematiche dell’antifascismo.

Rosario Riggio, nel passare la parola al Sindaco per le conclusioni, chiede all’amministrazione di realizzare una stele in marmo, con i nomi delle medaglie d’oro, da collocare nel giardinetto davanti al Comune; una targa in memoria di Golisano Giuseppe, da collocare nel corridoio del Centro polivalente Gaetano Butera e di proseguire con le benemerenze da conferire ai famigliari degli antifascisti, dei partigiani e delle vittime del nazifascismo.

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Il pubblico presente alla manifestazione

Il sindaco conclude mettendo in evidenza come il libro sia un tassello inedito della storia del nostro territorio e si impegna a diffondere e trasmettere questa eredità alle future generazioni che con la consapevolezza del proprio passato posano evitare in riaffacciarsi dell’epoca buia dell’autoritarismo. In seguito alle richieste di Attilio Gerbino e Rosario Riggio proporrà alla commissione toponomastica l’intitolazione di una struttura pubblica all’artista Flippo Scroppo.

L’ANPI di Riesi ringrazia i presenti che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione, il sindaco Salvatore Chiantia; la vicesindaco Rosy Pilato, il vicepresidente del Consiglio comunale Salvatore Lombardo, il consigliere Gino Scibetta, Marco Ministeri, le ragazze e i ragazzi del liceo di Riesi, i parenti degli antifascisti, partigiani e deportati di Riesi, il presidente dell’Auser Pino Testa, il presidente dell’Interact Giuseppe Volpe, i ragazzi dell’Associazione I Girasoli e Filippo Marino, segretario della CGIL di Riesi che ha ospitato la manifestazione.

Copertina libro Resistenti

Copertina libro Resistenti, storie di antifascisti, partigiani e deportati di Riesi a cura di Giuseppe Calascibetta.

Riesi: al liceo scientifico incontro con un deportato

Stamattina presso il liceo scientifico I.I.S.S. Carlo Maria Carafa di Ri16266273_1865441757004333_3927057737991741984_nesi si è svolto un incontro formativo con gli studenti in occasione della Giornata della Memoria, ricorrenza istituita con la legge 211 del 2000, che prevede di ricordare l’Olocausto compiuto dall’esercito tedesco nella seconda guerra mondiale nei confronti degli ebrei, comunisti, testimoni di Geova,  pentecostali, disabili, uomini e donne di colore e infine gli Imi. L’argomento scelto  per l’incontro è stato La Storia degli Internati Militari Italiani, cioè la storia di tutti quei soldati italiani che sono stati deportati nei campi di concentramento tedeschi, dopo l’8 settembre 1943, in quando accusati di essere dei traditori della patria.
A introdurre i lavori è stato vice preside dell’Istituto, il Prof Antonio Fiorenza e poi seguito l’intervento del referente dell’ANPi di Riesi, Giuseppe Calascibetta che ha illustrato brevemente la storia della seconda guerra mondiale, concentrando l’attenzione sulla figura degli IMI. Poi è stata la volta del deportato Salvatore Russo, di Riesi, che ha vissuto per due anni nel campo di concentramento Stramlagger XA, dove ha vissuto diverse violenze e privazioni imposte dal regime carceriero dei tedeschi. Salvatore Russo ricorda: “Io operavo come aviere nella base militare di Avalonia, in Albania. Venni arrestato dalle S.S e portato ad Amburgo. Qui iniziai a lavorare nelle fabbriche metalmeccaniche senza essere pagati. In cambio ricevevamo una specie di zuppa, che era acqua sporca con ritagli di qualche verdure. Per mangiare eravamo costretti a rubare il pane dai loro magazzini e se ci beccavano venivamo picchiati sulla schiena”.
aaaTante le domande poste dagli studenti all’ex deportato, che nonostante abbia 97 anni, mantiene una mente lucidà, ricordando perfettamente ogni dettaglio degli eventi trascorsi. Alla fine della manifestazione è stato annunciato che Salvatore Russo riceverà la medaglia d’onore dal prefetto di Caltanissetta, giorno 27 gennaio.  Il Vice Preside insieme all’ANPI di Riesi ha consegnato un attestato di partecipazione al deportato ringraziando per la sua disponibilità a raccontare la propria storia agli studenti.
Fonte: http://www.lagazzettanissena.it/riesi-al-liceo-scientifico-carafa-incontro-con-un-deportato/