Etichettato: mafia

Migliaia in marcia contro la mafia a Bagheria

Come trentacinque anni fa, studenti e genitori, nonni e nipoti, sindaci, sacerdoti, si sono dati appuntamento a Bagheria, davanti alla scuola “Carducci”, per marciare fino a Casteldaccia e ribadire il proprio “no” alla mafia. Dai sindacati alla Chiesa, dalla rete delle scuole «Bab el Gherib» a un cartello di un centinaio di associazioni, dai sindaci del comprensorio ai semplici cittadini, massiccia la partecipazione con migliaia di persone che, nonostante la pioggia, hanno marciato sullo stesso percorso che trentacinque anni fa aveva dato vita alla prima marcia antimafia in quella via dei Valloni, oggi “via della Marcia Antimafia 26/02/1983”, che un tempo era scelta dai killer della criminalità organizzata e dai latitanti come strada di fuga.

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Catania: Infame attentato mafioso alla casa dei “Briganti Rugby”

 

E’ stata bruciata anche la memoria educatrice dei libri che, in gran
numero, costituivano la Librineria caratterizzantela “diversità” della
sede dei “BrigantiASD Onlus”, nel quartiere periferico – altrimenti
detto popolare – di Librino a Catania. Un luogo multiforme
nell’articolazione residenziale, con oltre sessantamila abitanti,
costituito da tante cooperative di operai costruite nei decenni scorsi e
di edilizia popolare pubblica, che vive in prima linea tutte le tragiche
contraddizioni sociali che caratterizzano le periferie delle grandi
città, specie del centro-sud: emarginazione, disoccupazione, povertà,
dispersione scolastica, arrangiamenti nella sopravvivenza
quotidiana,illegalità, traffici di droga strutturali.

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Nella notte tra mercoledì e giovedì un infame attentato di stampo mafioso ha totalmente incendiato il grande edificio che ospitava la Club  House “G. Cunsolo”. E’ bruciato tutto. I pompieri sono stati impegnati per molte ore. Nulla si è salvato dalle fiamme fameliche provocate dagli  scellerati attentatori.

Un grande spazio che accoglieva gli “attrezzi di lavoro” della squadra di rugby e della socialità “impegnata”. Punto di incontro quotidiano, ludico, culturale e sociale, di tanti giovani del quartiere. A fianco il grande campo di gioco del rugby e parecchi orti sociali accresciutosi
sempre più negli anni. Un luogo alternativo, di socialità e comunanza, di valorizzazione dei valori civili e democratici, “medicina” alla
disgregazione imperante nel quartiere, altrimenti detto satellite-dormitorio.

Gli organizzatori, ben conosciuti in città, sono da sempre impegnati
nella lotta alle illegalità, alla mafia, pronti, sempre, alle battaglie
per il riscatto sociale e al contrasto di tutte le manifestazioni di
razzismo.

A Maggio il luogo era stato visitato dalla Presidenza della Camera dei
Deputati Laura Boldrini. Già da tempo è preventivata per martedì
prossimo la visita a Librino del Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella.

Tantissimi gli attestati di solidarietà.

Per approfondimenti: https://www.facebook.com/BrigantiLibrino/

domenico stimolo

La mafia e lo Stato

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Poche settimane fa il Procuratore Nazionale Antimafia nella sua relazione annuale sulla criminalità organizzata e sul terrorismo  ha puntualizzato alcuni aspetti che in pochi hanno letto e in pochissimi hanno visto in tv e nei telegiornali.

A tal proposito, come presidente dell’Osservatorio Regionale Antimafia del Molise, vorrei tornare sull’argomento. Franco Roberti ha detto, senza mezzi termini, che la mafia ormai si è infiltrata in tutti i gangli vitali dello Stato italiano.

Tutte le amministrazioni pubbliche, da nord a sud, non sono immuni dal rischio d’infiltrazione. La ’ndrangheta ormai è presente in tutta la penisola e la gran parte dei Comuni è alla mercé delle mafie. Tutto ciò che è pubblico, dagli appalti, ai bandi, alle sovvenzioni, alle concessioni è in maniera diretta o indiretta condizionato dalla criminalità organizzata. Le mafie ormai hanno legami stretti con le massonerie, con i servizi segreti, con la politica nazionale e locale.

In conferenza stampa con i giornalisti, il procuratore Roberti ha affermato che non c’è più nessun territorio in Italia che non sia infiltrato dalle mafie. Ha parlato anche di territori ad alto rischio quali la Puglia e le regioni a essa limitrofe (quali ad esempio il Molise).

Se così fosse, e non ho ragione di mettere in dubbio le parole del Procuratore Nazionale Antimafia, questo significa solo una cosa: la resa incondizionata dello Stato.

Come mai c’è questa sconfitta?

In primis perché non sono mai stati adottati gli strumenti necessari per far fronte a questa emergenza e ritengo che non si vogliano neanche adottare. Mancano le persone, gli apparati, le leggi, sembra quasi che tutti si siano rassegnati a convivere con la malattia e pur sapendo che potremmo sconfiggerla ci lasciamo morire abbandonandoci alla stessa. A questo punto non riesco più a comprendere se questo stato di cose stia bene anche a tanti italiani.

Di una cosa però sono certo: a me non sta per niente bene! Di questa situazione a dir poco catastrofica, la cosa che più mi meraviglia e che se n’è parlato poco o nulla. I giornalisti che parlano di questi temi ormai si contano sulle dita delle mani e far pubblicare notizie di questa tipologia nei giornali italiani diventa un’impresa titanica.

La forza delle mafie nel frattempo aumenta soprattutto dove lo Stato non è presente. Più aumenta il disagio sociale, più le mafie acquistano consenso. Mafiosi, criminali, politici, imprenditori e amministratori pubblici in molti casi trovano accordi convenienti per tutti pur di non pestarsi i piedi. F

ar emergere queste collusioni è compito dei cittadini ma soprattutto dei giornalisti liberi che dovrebbero essere uno degli antidoti più potenti per il veleno mafioso.

A proposito di lotta alle mafie, non dimentichiamoci il monito di Paolo Borsellino: «Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo».

Allo stesso tempo non bisogna mai dimenticare neanche il fatto che in 58 giorni la mafia ha eliminato i suoi più irriducibili nemici, senza che nessuno si sia opposto, senza che nessuno abbia tentato di evitarlo. È da qui che lo Stato deve ripartire se vuole recuperare la sua credibilità ormai inesorabilmente persa.

Vincenzo Musacchio,  Presidente Osservatorio Regionale Antimafia del Molise

22.8.2017 – Manifesto

 

 

Preoccupanti segnali di una oscura strategia della tensione

Una serie di segnali che sembrano puntare a creare uno stato di paura, preoccupazione, insicurezza e soprattutto una fragilità dello Stato fondato sulla Costituzione repubblicana sui valori dell’antifascismo e della democrazia consacrati dalla Resistenza.
Nella mattinata del 10 luglio, barbaro e macabro atto, è stata danneggiata e decapitata la statua di Giovanni Falcone che si trova davanti alla scuola Falcone a Palermo.
Nella serata dello stesso giorno ignoti hanno bruciato un cartellone con un’immagine di Giovanni Falcone posizionata davanti i cancelli della scuola Alcide De Gasperi, scuola che si è distinta per importanti iniziative di educazione alla legalità..
Una minaccia a carattere mafioso è stata inoltrata al giornalista di Repubblica Salvo Palazzotto a cui va la nostra solidarietà.
Una squadra di Casa Pound ha invaso il consiglio comunale di Milano a Palazzo Marino quasi indisturbata.
Ancora registriamo un dibattito allucinante sulla messa in scena della lugubre indecente memoria fascista, a quanto pare sopportata nel silenzio da qualche anno, sulla spiaggia di Chioggia.
Sono tutti atti che confermano il richiamo che fa il nostro Presidente Nazionale Carlo Smuraglia della necessità di un impegno antifascista oggi, un impegno di tutti, a partire dallo Stato che ha l’obbligo di applicare le leggi in merito già esistenti.
Per quanto riguarda la Sicilia e in particolare Palermo, a parte lo sdegno e la riprovazione, riteniamo si tratti ancora della riproposizione del rituale stereotipo del Sud, della Sicilia mafiosa e arretrata, nell’ illusorio tentativo di bloccare gli importanti segnali di cambiamento primo fra tutti il 70 % dei giovani che il 4 dicembre per il referendum hanno votato NO per difendere la Costituzione.
Da qui l’impegno delle ANPI siciliane di andare avanti nel processo di recupero della memoria dell’antifascismo e della partecipazione del mezzogiorno alla lotta di Liberazione .
Ottavio Terranova Presidente ANPI Palermo Coordinatore ANPI Siciliane
Angelo Ficarra Vicepresidente Vicario ANPI Palermo Comandante Barbato
Palermo 12 luglio 2017

Solidarietà al PM DI MATTEO

IL COORDINAMENTO REGIONALE ANPI SICILIA, ESPRIME LA PROPRIA SOLIDARIETA’E VICINANZA AL GIUDICE NINO DI MATTEO PER LE RIPETUTE MINACCE MAFIOSE CONTRO LA SUA PERSONA CHE TENDONO A BLACCARNE IL SUO ATTUALE E IMPORTANTE IMPEGNO DI LAVORO. I MAGISTRATI COME NINO DI MATTEO, CHE SVOLGONO IL LORO GRAVOSO IMPEGNO PER L’APPLICAZIONE DELLA GIUSTIZIA, CONTRO LA CRIMINALITA’MAFIOSA E I LORO PROTETTORI, MERITANO IL CONCRETO SOSTEGNO DI TUTTE LE ISTITUZIONI E LA PIU AMPIA SOLIDARIETA’ DEGLI ITALIANI.

Ottavio Terranova

Coordinatore ANPI Sicilia

Palermo, 14 novembre 2013

VOGLIAMO VERITA’ E GIUSTIZIA. FINIAMOLA CON LA REPUBBLICA DEI MISTERI

E’ ora di dire basta. VOGLIAMO VERITA’ E GIUSTIZIA. FINIAMOLA CON LA REPUBBLICA DEI MISTERI

Giorno 18 luglio l’ANPI ha partecipato nell’atrio della Facoltà di Giurisprudenza alla commemorazione di Paolo Borsellino. Eravamo presenti con il banner dell’ANPI “Siamo partigiani della Costituzione” che significativamente richiama una frase importante di Antonio Ingroia a cui va la nostra totale solidarietà sicuri dell’alto messaggio ideale e morale che lui porterà ovunque si trovi a lavorare nel mondo.

Eravamo presenti in tanti dell’ANPI Palermo: dal presidente Ottavio Terranova, Angelo Ficarra, Antonella Leto, Armando Sorrentino, Antonio Piraino, Nicola Cipolla, Giacomo Bellomare, Salvatore Basile, Antonio Terranova, e tanti, tanti altri anche di diverse ANPI d’Italia.

“CONTRO L’ ATTENTATO ALLA VERITA’ E ALLA GIUSTIZIA. Non è uno dei tanti, è il più grave degli ultimi anni. Se quelle intercettazioni sono così temute, urge conoscerle integralmente, parola per parola. Si ponga fine alla “repubblica dei misteri”. La nostra solidarietà ad Ingroia e alla Procura di Palermo, in memoria di Paolo Borsellino e di tutti i caduti nella lotta contro l’Italia della corruzione e delle mafie.”

Caro Paolo. Lettera del procuratore generale di Caltanissetta letta in via D’Amelio il 19 luglio scorso

scarpinato-roberto-bigdi Roberto Scarpinato – 22 luglio 2012
Caro Paolo,
oggi siamo qui  a commemorarti in forma privata perché più trascorrono gli anni e più diventa  imbarazzante il 23 maggio ed il 19 luglio partecipare  alle cerimonie ufficiali  che ricordano le stragi di Capaci e di via D’Amelio.

Stringe il cuore a vedere talora  tra le prime file, nei posti  riservati alle  autorità,  anche personaggi la cui condotta di vita sembra essere la negazione stessa di quei valori di giustizia e  di legalità per i quali tu ti sei fatto uccidere; personaggi dal passato e dal presente equivoco  le cui vite – per usare le tue parole – emanano quel puzzo del compromesso morale  che tu tanto aborrivi e che si contrappone al fresco profumo della libertà. Continua a leggere

CENTO PASSI…DI LEGALITA’ A SAN CATALDO

<< CENTO PASSI…DI LEGALITA’ A SAN CATALDO >>
L’Associazione Culturale e di Promozione Sociale “Attivarcinsieme” Circolo ARCI, associata a “Libera.Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, aderendo da sempre ai principi trainanti dello spirito socio-culturale e di contrapposizione alla mentalità e cultura mafiosa proprio dell’Arci e di Libera, “Attivarcinsieme” si è tenacemente impegnata su più fronti, affinché San Cataldo tributasse a Peppino Impastato un rilievo che costituisca un esempio edificante della crescita morale e civile del nostro territorio e dei nostri giovani, facendosi promotrice in prima persona per la intitolazione di una strada a Giuseppe Impastato, chiamato Peppino, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978. Continua a leggere