Etichettato: migrazione

Terranova (ANPI Sicilia): Si lascino sbarcare immediatamente quanti sono ancora trattenuti illegalmente sulla nave Diciotti!

COMUNICATO STAMPA ANPI SICILIA

QUANTI  SONO ANCORA ILLEGALMENTE TRATTENUTI SULLA NAVE MILITARE ITALIANA NEL PORTO DI CATANIA,  DEVONO  ESSERE IMMEDIATAMENTE  LIBERATI ED ACCOLTI CON UMANITA’.

 

UN MINISTRO DELL’ITALIA REPUBBLICANA NON PUO’ VIOLARE OGNI DIRITTO INTERNAZIONALE.

 

IL GOVERNO ITALIANO HA IL DOVERE  DI RISPETTARE LA NOSTRA COSTITUZIONE REPUBBLICANA E  LE LEGGI DEL NOSTRO STATO

 

 

La Sicilia e i Siciliani hanno durante la sua storia millenaria, accolto con rispetto umanità e fratellanza ogni uomo senza distinzione di razza o paese di provenienza, e quanti fuggono da guerre fame e da ogni tipo di brutalità a cui vengono sottoposti.

 

L’ANPI Siciliana impegna tutti i propri dirigenti e gli iscritti della nostra regione,  ad una immediata e unitaria mobilitazione per fermare questa deriva autoritaria e razzista che in vario modo  è in atto nel nostro paese  senza alcun  rispetto per vita umana.

 

Ottavio Terranova

Coordinatore Regionale ANPI Sicilia

 

Quando sormonta il disgusto: Stati Uniti, perversa caccia ai migranti

Nell’enorme  “caccia agli Umani” praticata nel corso di questi ultimi anni in molte realtà internazionali ormai siamo abituati a  tutto. Nell’opinione pubblica nazionale e internazionale, pur persistendo minoranze caratterizzate da civismo e forte senso democratico e solidarietà,  vince la cloroformizzazione di massa e l’individualismo più sfrenato. Biecamente si plaude alle iniziative di tanti Governi scatenati nel perseguimento di un nuovo modello di “difesa della razza”, accompagnate dalle azioni di maggioranze rumorose che, mentre rimangono sazi dagli inganni imposti dalla liberalizzazione e della globalizzazione delle merci a prezzo sempre più basso,  a seguito dello sfruttamento degli altri, materializzano il proprio sfogo di novelli robot teleguidati nel coltivare e nel praticare l’odio nei confronti di altri propri simili, appellati: migranti, profughi, clandestini. Continua a leggere

«Ministro Minniti mi incontri, le racconto l’orrore»

articolo del 07 novembre 2017 di Daniele Biella pubblicato su vita.it

Gennaro Giudetti, 26 anni, volontario dell’ong Sea-Watch, ha recuperato con le proprie mani decine di persone salvandole da morte certa e un bambino senza vita nel naufragio di ieri 6 novembre 2017: «Ho visto con i miei occhi il folle comportamento dei militari libici, che picchiavano chi voleva raggiungerci e ci lanciavano patate. L’Italia blocchi l’accordo con la Libia». Ecco il suo racconto senza filtri

“Una volta tornato a terra voglio incontrarla, ministro Marco Minniti. Io, italiano fino al midollo, voglio raccontarle quello che ho visto con i miei occhi. Come ho recuperato dal mare il corpo di un bambino di 3-4 anni annegato e poi sono stato ore a consolare la madre, come noi volontari dell’ong Sea-Watch abbiamo preso uno a uno, a braccia, 58 persone dall’acqua. E come la Guardia costiera libica lì di fronte ha agito in modo disumano, lasciando decine di persone in mare ad annegare senza lanciare salvagenti e picchiando chi non voleva essere preso da loro per non tornare in Libia e voleva invece venire sulla nostra nave, dove vedeva al sicuro i fratelli, le mogli, i padri. È stato straziante vivere tutto questo, ma conto di descriverglielo personalmente, caro ministro. E, sempre da italiano, voglio chiedere scusa alla mamma di quel bambino, a tutte le persone che stanno avendo sofferenze indicibili nel tentativo di raggiungere l’Europa”. Gennaro Giudetti, 26 anni, ha la voce ancora spezzata e non riesce a dormire e mangiare quando lo raggiungiamo al telefono: meno di 24 ore fa è stato suo malgrado protagonista, nella giornata di lunedì 6 novembre, di un dramma assurdo in mare in cui 5 persone sono state recuperate senza vita dalla nave Sea-Watch 3 “ma almeno altre 30 erano già annegate e non siamo riuscite a recuperarle perché dovevamo dare priorità a issare sul gommone di salvataggio chi era ancora vivo”. In tutto 105 sono le persone sopravvissute al naufragio, tra i 58 ora a bordo dell’ong (in procinto di sbarcare con il corpo senza vita probabilmente a Pozzallo dato che il ministero ha negato l’approdo a Lampedusa anche se molto più vicina) e le altre 47 prese dalla Guardia costiera libica e riportate indietro, alla fine di una dinamica da discesa nell’inferno che Giudetti racconta a Vita.it senza filtri e che si può capire anche dal video girato da un altro volontario di Sea Watch.

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Nuovi Diritti di Cittadinanza: “giocano” sulla pelle dei bambini

Ultradestre, destre, centristi, semicentristi, esperti di equilibrismo, penta stellati, rimasugli di tutte le risme, voltagabbana, retori egocentrici, “ tengo famiglia”, professionisti dell’egoismo, quaquaraquà a tempo pieno, “professionisti” improvvisati della politica, falsificatori di notizie, esperti nello stare a galla, etc., congiurano contro i bambini, creature innocenti.

Sono pronti a tutto pur di negare il riconoscimento del diritto di cittadinanza ai bambini e ragazzi figli di profughi e migranti,  nati, cresciuti e acculturati in Italia, che attualmente vivono nel limbo dell’assoluta negazione della cittadinanza. Rigettano gli obiettivi, peraltro non “estremisti”, largamente mediata, della proposta di legge già approvata nella Camera dei Deputati il 10 ottobre 2015.

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RIBADIAMO LA NOSTRA CONTRARIETÀ ALLA MANIFESTAZIONE RAZZISTA A CATANIA DEL 9 GIUGNO

RIBADIAMO LA NOSTRA CONTRARIETÀ ALLA MANIFESTAZIONI RAZZISTA A CATANIA DEL 9 GIUGNO

ANPI Sicilia sostiene l’attività delle navi delle ONG che, presenti in maniera importante in diversi porti della nostra regione, in diretta sinergia con gli organi istituzionali nazionali e in rispetto dei valori deliberati dalla nostra Costituzione e dalle norme internazionali, effettuano nel mare Mediterraneo incessante attività umanitaria e di attiva solidarietà per salvare donne, bambini e uomini che fuggono dalle aree di guerra, dall’ estrema privazione sociale e dalla desertificazione ambientale.

A seguito delle scelte repressive assunte dagli Stati della “ fortezza” Europa, non sussistendo vie ufficiali di ingresso in Italia e nel continente europeo, i profughi e i rifugiati sono costretti a sottostare alle condizioni di violenza e sfruttamento imposte dalle organizzazioni criminali, forzandoli ad effettuare la traversata marina tramite vetuste e pericolosissime imbarcazioni. Molte migliaia di esseri umani sono morti annegati.

Nel corso degli ultimi mesi le navi umanitarie sono state sottoposte a efferati attacchi da parte di forze politiche che privilegiano l’intolleranza, la discriminazione e l’odio contro gli Umani che si trovano in gravissime difficoltà, rispolverando vecchie ideologie e pratiche razziste che tanti drammi e dolori hanno provocato in Italia durante la dittatura fascista.

Ribadiamo la nostra assoluta contrarietà alla manifestazione di giorno 9 giugno predisposta a Catania da una organizzazione denominata “ Generazione Identitaria”, di stampo razzista, contro l’azione di soccorso delle navi delle ONG. Già nella notte del 12 maggio nel porto di Catania ha messo in opera, assieme ad alcuni fascisti venuti dall’Austria, un’azione di gravissima provocazione, tentando di fermare con un gommone la nave Aquarius di SOS Mediterranèe in partenza per un’operazione di salvataggio.

Catania 18 Maggio: presidio in solidarietà alle ONG che salvano le vite umane nel Mediterraneo

Solidarietà alle navi umanitarie che hanno salvato migliaia di vite umane

Fermiamo la campagna di criminalizzazione nei loro confronti!

Condanniamo la vile provocazione dei fascisti!

Nella notte del 12 maggio all’interno del porto di Catania un gommone con a bordo 4 provocatori fascisti ha tentato di fermare la nave Aquarius di SOS Mediterranèe in partenza per un’operazione di soccorso. Se questi teppisti, alcuni venuti dall’Austria, appartenenti a “Generazione identitaria”  arrivano a tanto è perché pensano di strumentalizzare ed esasperare un’ignobile campagna di diffamazione del prezioso intervento delle navi umanitarie. Chi ha interesse ad esasperare la situazione? Dalla fine dell’anno scorso l’agenzia Frontex e certi  “servizi segreti” dei governi europei diffondono infamanti e false accuse di collusione con i trafficanti alle ONG delle navi umanitarie, purtroppo buona parte dei mezzi di comunicazione, anziché verificare l’attendibilità delle fonti e dei fatti hanno amplificato il clima d’intolleranza verso i soccorsi in mare, oggettivamente giustificando i deliri xenofobi di forze politiche apertamente razziste, nonostante la “istigazione all’odio razziale” sia un reato perseguibile in base alla legge Mancino (n.205 del ’93).

Di certo intanto ci sono solo le operazioni di “soccorso”, meglio di cattura, svolte dalle motovedette libiche in acque internazionali, nelle stesse acque nelle quali fino a poche settimane fa operavano le navi umanitarie con la copertura delle navi militari europee. Interventi di “soccorso” che assumono le modalità, ed hanno i risultati, di veri e propri respingimenti collettivi, perché operati d’intesa con le autorità italiane.

Le navi umanitarie sempre più spesso sono testimoni di veri e propri sequestri di persona in acque internazionali, operati dalle navi della guardia costiera libica. Ogni intervento dei libici, per bloccare i gommoni in fuga, è segnato da una lista infinita di morti e di dispersi senza nome. Ancora oggi, come nello scorso fine settimana, morti e dispersi, e la responsabilità non può essere fatta ricadere su chi soccorre, ma su chi ha ritirato le navi più a nord o esegue soccorsi tardivi.

Invitiamo  l’associazionismo, i media e tutta la cittadinanza ad approfondire la conoscenza di questa tragica realtà ed a esprimere concretamente  la propria Solidarietà alle ONG delle navi umanitarie sostenendo economicamente le loro attività.

Giovedì 18 maggio ore 17

presidio in via Etnea, angolo via Prefettura

                                                                                                                                                                                                               Rete Antirazzista Catanese, Rete catanese contro il G7

Per la chiusura del Cara di Mineo e di tutte le galere etniche

Domenica 16 Febbraio

alle ore 10

manifestazione e presidio

di fronte al Cara di Mineo

Noi non vogliamo essere complici con il nostro silenzio:
*
della  creazione di moderni lager con la soppressione dei diritti umani
•    Dell’annullamento della personalità e della speranza di vita di una generazione
•    Dello mercificazione delle persone e dei corpi delle persone
•    Della violenza fisica e psicologica alle donne , ai bambini ed agli uomini
•    Della istigazione alla violenza ed alla vendetta

Non vogliamo essere complici:
* dell’utilizzo dei soldi pubblici a fini clientelari e di arricchimento personale,
•    delle ruberie e delle mistificazioni
•    Di ogni forma di militarizzazione e di controllo militare del nostro territorio.

A sostegno delle rivendicazioni dei richiedenti asilo del Cara di Mineo e delle mobilitazioni in corso a livello nazionale a metà febbraio per la chiusura di tutte le galere etniche (CIE, centri informali…) , facciamo appello all’associazionismo antirazzista ed a tutte le forze che si battono per la difesa dei diritti umani a condividere le seguenti richieste:

* Riteniamo fondamentale l’immediato superamento a Mineo del “sistema” C.A.R.A., con il suo svuotamento, nel rispetto dei tempi previsti dalle normative per la permanenza (35 giorni), con la conseguente moltiplicazione delle apposite Commissioni. Questo mega-CARA, unico in tutta Europa è un esperimento fallito di contenimento forzato dei migranti che, tra l’altro, costruisce un conflitto razziale tra autoctoni e immigrati.

* Apertura di un urgente e pubblico confronto con le strutture istituzionali preposte riguardo la qualità della vita dei migranti del CARA di Mineo e modalità realmente democratiche di elezione dei rappresentanti delle comunità . Il cibo – essenzialmente solo pasta o riso – è spesso scarso, scotto e freddo e sta causando malattie tipo la colite che queste persone prima non conoscevano. L’assistenza sanitaria anche per i casi più urgenti come donne incinte, malati di TBC o scabbia è quasi inesistente. Lo stesso dicasi per il vestiario fornitogli: ancora oggi vi sono persone che stanno in magliette e ciabatte!

la storia siciliana ce l’ha insegnato emigrare non è reato!

Promuovono: Rete Antirazzista Catanese, Comitato di base NoMuos/NoSigonella, LILA, Cobas Scuola-Ct, LavoroSocietà-Cgil-Ct, Osservatorio su Catania, Rifondazione Comunista fed.prov.Ct, Teatro Pinelli Occupato-Me, Arci-Sicilia, Borderline Sicilia,Open Mind glbt, I Siciliani giovani, Casablanca-periodico online, ANPI-Sicilia, Coordinamento antirazzista palermitano, Palagonia Bene Comune, Scordia Bene Comune, Coordinamento regionale dei Comitati NoMuos, ManiTese, Comitato Viva la Costituzione (Ct),La Ragna-Tela Ct (Koros, Associazione Penelope, Città Felice, Akkuaria, Città Futura, Olga Benario, Kerè)

Aderiscono: Associazione GAPA (Ct), Comitato Arcigay QueeRevolution (Ct), Migralab A.Sayad (Me), Associazione Astra (Caltagirone), Azione Civile Catania, Pax Christi punto Pace (Ct),

SEGUE IL TESTO DELL’APPELLO: Continua a leggere