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27 GENNAIO, GIORNO DELLA MEMORIA. ONORIAMO I SICILIANI: IN 865 DEPORTATI NEI LAGER NAZISTI E LE DECINE DI MIGLIAIA DI I.M.I. RINCHIUSI NEI CAMPI

di “ Lettera Memoria e LIbertà”

La “Lettera” è dedicata alla memoria di Nunzio Di Francesco, partigiano catanese di Linguaglossa, sopravvissuto alla deportazione nel lager di Mauthausen – deceduto il 21 luglio 2011. Ex presidente dell’ Anpi di Catania

E’ bene, in premessa, riportare due passaggi di grande valore e significato pronunziati dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corpo del Suo intervento per la celebrazione del “ Giorno della Memoria 2019- Palazzo del Quirinale, 24 gennaio.

“ …Gli ebrei erano bollati con il marchio, infamante, della diversità razziale. Dipinti con tratti grotteschi, con una tale distorsione della realtà da sfociare nel ridicolo, se non si fosse tradotta in tragedia……… La furia nazista si accanì con micidiale e sistematica efficienza anche contro le altre categorie di “diversi”: i dissidenti, gli oppositori, i disabili, i malati di mente, gli omosessuali, i testimoni di Geova, i rom e i sinti, gli slavi. Nell’ordine nuovo vagheggiato da Hitler, non c’era posto per la diversità, la tolleranza, l’accettazione, il dialogo……… Noi Italiani, che abbiamo vissuto l’onta incancellabile delle leggi razziali fasciste e della conseguente persecuzione degli ebrei, abbiamo un dovere morale. Verso la storia e verso l’umanità intera. Il dovere di ricordare, innanzitutto….”

La Sicilia, sul piano territoriale, non fu direttamente interessata dalle atrocità della deportazione. Certo, le persecuzioni contro gli ebrei, proclamate con le leggi razziali del 1938, avevano colpito duramente anche nell’isola i cittadini italiani di religione ebraica residenti nell’isola.
La Liberazione della Sicilia era già avvenuta, Quindi non fu coinvolta dal corso persecutorio ed assassinio. Dalle azioni nazifasciste messe in opera immediatamente dopo l’armistizio del’8 settembre 1943 nei riguardi degli ebrei, dei “diversi”, e degli oppositori, tutti, in particolare partigiani, militari del disciolto esercito regio, civili antifascisti, operai… che in maniera attiva ed articolata si batterono per cacciare dall’Italia l’invasore tedesco e i rigurgiti violenti della dittatura – rinata il 23 settembre con la RSI – che aveva oppresso il nostro Paese per un lungo ventennio, sopprimendo tragicamente tutti gli aneliti di democrazia, libertà, giustizia, rispetto dei diritti umani, con l’esaltazione e la pratica del razzismo.

La valorizzazione della memoria della deportazione – eseguita dai carnefici nazifascisti in sfregio agli elementari diritti delle persone, della civiltà morale e sociale, il ricordo degli orrori perpetrati in Europa e in Italia e delle persone che a milioni furono represse – rappresenta un impegno particolarmente importante per tutti i cittadini civili e democratici.
A maggior ragione in questa fase storica, infestata di populismi nazionalistici e rigurgiti di fascismo, infarciti dall’esaltazione dell’odio e razzismo nei riguardi di tutte le persone considerate “diverse”:
Il fantomatico complotto “pluto-giudaico-massonico” decantato dai regimi nazifascisti è stato sostituito dalla teoria drammaticamente grottesca della “sostituzione etnica” guidata – a loro dire – dalle trame dell’ungherese ebreo Soros.

La falsata e strumentale esaltazione della “difesa dei confini”, che fa ritornare il ricordo dell’assassinio di massa compiuto nelle guerre europee del novecento, marchia le ONG che salvano i disperati in mare, come “procacciatori di morte” complici dei mercanti. La distorsione politica e legislativa, di conseguenza, del concetto di sicurezza.
Il disprezzo per tutte le espressioni di solidarietà ed accoglienza, presenti in maniera crescente e violenta nello scenario internazionale, con specifica recrudescenza nel nostro paese. Operati da gruppi politici, rappresentazioni periferiche istituzionali (enti locali) gestite dalle destre specie sulla gestione dei rifugiati, da spezzoni significativi dell’informazione, tendenti ad inquinare le coscienze dell’opinione pubblica, demistificando i percorsi che hanno permesso la conquista delle libertà e democrazia, l’acquisizione di normative sui diritti umani, giustizia sociale, pace, l’enunciazione dei postulati fondamentali contenuti nella Costituzione.

A maggior ragione ora è necessario uno scatto di orgoglio democratico! Scomparse ormai quasi del tutto le testimonianze dirette, per le conseguenti “ragioni del tempo”, il sacrificio, le brutalità e le abnegazioni subite da coloro che diventarono cavie degli orridi esperimenti ideologici e delle perversioni guerresche, devono ancor più essere difese, recuperate e rilanciate nel tessuto sociale e culturale, con specifica attenzione alle nuove generazioni.
Per rinnovare il monito del sacrificio dei morti – per deperimento organico tra gli stenti e le brutalità, degli assassinati con le armi o gasati -, l’insegnamento dei sopravvissuti.
Mai più, è il grido da innalzare nella battaglia civile, come baluardo ai nuovi farneticanti.
Nella ricostruzione dei drammatici eventi che si consumarono in Italia nel contesto dell’ambito europeo, è utile suddividere la memoria, il ricordo degli uomini e delle donne che ne sono stati artefici, ripercorrendo i due livelli che hanno caratterizzato gli accadimenti: deportati – oppositori politici, ebrei… – nei Campi di sterminio, militari italiani internati dai nazisti nei Campi di prigionia e di lavoro coatto.

In Sicilia la Liberazione si era già conclusa all’inizio del mese di agosto del 1943, quando le ultime truppe naziste, sconfitte dagli Alleati sbarcati il 10 giugno, avevano rovinosamente abbandonato l’isola, attraversando lo stretto di Messina verso la Calabria. Lasciando rovine e numerosi assassini di civili che nel corso del mese di agosto del 43 avevano tentano di opporsi, in particolare nell’area etnea e messinese, con spontanee ribellioni alla furia omicida dei tedeschi.
La dittatura fascista mussoliniana, dopo avere seminato enormi macerie umane e materiali a seguito dello scatenamento della guerra di aggressione imperiale contro i popoli europei nell’esaltazione della “razza eletta”, si era già miseramente auto liquefatta, sotto l’onta delle proprie rovine, il 25 luglio precedente.
Lo smarrimento generale determinato dall’ambiguità delle dichiarazioni ufficiali del maresciallo Pietro Badoglio (capo del nuovo governo) nella comunicazione sull’armistizio, i “non ordini” operativi ai Comandi militari, la dispersione conseguente, i combattimenti di resistenza ai tedeschi, i rastrellamenti conseguenti, iniziarono già dal’8 settembre, immediatamente dopo la resa pubblica della firma della resa.
Avvenne in Italia e in tutte le aree europee dove erano dislocate formazioni dell’esercito che a partire dal 10 giugno 1940, in “obbedienza” al Re, al fascismo e al “socio”omicida nazista, avevano aggredito le popolazioni di diversi paesi, provocando morte ed enormi devastazioni. Nello specifico in: Yugoslavia, Grecia, Albania, Isole Egee, Corsica, Francia del sud, Polonia, paesi baltici.
L’armata italiana che, al comando imperioso di Mussolini, in maniera spavalda e priva di attrezzature adeguate aveva invaso nell’agosto 1941 l’Unione Sovietica era già stata rovinosamente ritirata alla fine di gennaio del 1943, lasciando sul campo oltre 115.000 militari: morti, feriti, congelati, dispersi, e molti altri prigionieri prigionieri.
La parte rilevante delle Forze armate italiane (esercito, marina, aviazione, milizie territoriali….) era schierata in Italia e in quelle aree territoriali – centro-nord e sud, estero – non ancora interessate dall’avanzata degli Alleati. Questa la disposizione dell’esercito nei vari fronti di guerra:
Italia centro-settentrionale 415.682, Italia centro meridionale 162.342, Francia ( Corsica, territorio a est del Rodano) 58.722, Grecia e Isole dell’Egeo 265.000, Balcani ( Albania, Montenegro, Kosovo, Dalmazia e Slovenia) 164.986. Un totale di 54 divisioni, di cui 26 in Italia, ed ulteriori 29 in fase di ricostituzione/riequipaggiamento.

I.M.I. – Italiani Militari Internati –

Complessivamente, su tutti i fronti di guerra, furono catturati dai tedeschi circa 810.000 militari italiani. Un numero enorme, considerato che all’atto dell’armistizio le forze armate globalmente disponevano di 1.990.000 effettivi:1.520.000 comb. e 470.000 terit. Di questi 1.007.000 furono disarmati. Della parte restante, 650.000 diventarono “sbandati”. Nel corso dei mesi, una parte rilevante degli “sbandati” e dei “non disarmati” combatté contro i nazi fascisti, nel: nuovo esercito italiano, formazioni partigiane, Balcani….
Fonti: http://lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/04/IL_LIBRO_BIANCO_dellANRP.pdf
http://www.pionierieni.it/wp/wp-content/uploads/Ricordi-di-prigionia-nei-Lager-come-IMI.-Di-Claudio-Sommaruga..pdf
Dei catturati, al momento dell’imprigionamento, 94.000 optarono ( “per coerenza o opportunismo”, come scritto da Claudio Sommaruga ex IMI) per l’adesione alla RSI o alle SS italiane: 14.000 combattenti, 80.000 ausiliari.
Deportati in 716.000, dopo travagliate vicissitudini, nei Campi di concentramento, denominati Oflag – per ufficiali -, Stalag/ Stammlager – dedicati ai soldati e ai sottufficiali -, Strafagler – campi di punizione -, AEL – campi di rieducazione al lavoro -, KZ – gestiti dalle SS, per gli accusati di reati e sabotaggi, non era permessa la corrispondenza con i familiari – . Complessivamente 136 siti ( 284 compresi i campi di transito, smistamento, dipendenza e detenzione) dislocati in Germania e Austria e nelle aree territoriali limitrofe occupate dai tedeschi ( Polonia….). La trasmissione e la ricezione della corrispondenza in generale non era garantita per tutti i campi di internamento. Solo per pochi mesi, a partire dalla fine del 1944, fu permesso ai detenuti provenienti dalle regioni ancora controllate dalla RSI di ricevere pacchi dalle famiglie.

Furono denominati IMI – italiani militari internati -. Fatti prigionieri anche dopo numerosi, strenui e valorosi combattimenti di resistenza, in Italia e all’estero: i più celebrati, Porta S. Paolo Roma, in Piemonte ( dove alcuni giorni dopo l’armistizio nacquero i primi gruppi partigiani), Puglia, Campania, Sardegna, Corsica… isole di Cefalonia, Corfù, Lero –. La resistenza di protrasse fino a novembre del 43 – . A Cefalonia più di 7000 morti, la gran parte fucilati dai tedeschi dopo la fine dei combattimenti)…Numerosi gli eventi di resistenza nei Balcani, Albania e Grecia. Interi e consistenti Reparti affiancano i partigiani locali fino alla fine della guerra.
E’ bene ricordare l’affondamento a seguito di bombe telecomandate lanciate da aerei tedeschi della corazzata Roma; giorno 9 settembre, a largo della Sardegna – morirono 1352 marinai -, partita da La Spezia si stava recando a Malta assieme ad alcune decine di navi militari.

Era iniziata la Resistenza ai nazifascisti.
Solo nei Balcani circa 50.000 militari italiani non si arresero. In 17.000 parteciparono alla Lotta di Liberazione nella Divisione “ Garibaldi” e nella Brigata “Italia”. In 33.000 nelle formazioni partigiane locali, con intere unità o da singoli, con 20.000 caduti. In Grecia molte migliaia di militari italiani si batterono contro i tedeschi, confluendo nelle formazioni partigiane.
Riguardo la lotta dei militari italiani a Cefalonia è doveroso ricordare il palermitano Giuseppe Benincasa, di Castronovo di Sicilia, morto novantasettenne il 18 maggio del 2019. Sopravvissuto all’eccidio dei tedeschi, salvato dai greci, aderì alle formazioni partigiane locali. Nel 2013 è stato pubblicato il suo libro “ Memorie di Cefalonia”, diario di un sopravvissuto della Divisione Acqui”. Testimone vigoroso nel corso della sua vita.

Nei mesi successivi la gran parte degli IMI si rifiutò di combattere con i fascisti.
Molti IMI, diverse decine di migliaia, morirono nei siti della prigionia, luoghi di grande sofferenza. Da parte dei nazisti non vennero considerati prigionieri di guerra. Quindi, non sottoposti alle regole di assistenza delle leggi internazionali sui prigionieri di guerra ( Convenzione di Ginevra del 1929), sulle condizioni di permanenza: igienico sanitarie, abitative, lavorative; privi, di conseguenza, del controllo degli organismi internazionali preposti, compresa la Croce Rossa. La Germania non riconobbe il Regno d’Italia del sud neanche dopo la dichiarazione di guerra italiana del 10 ottobre 1943. Furono utilizzati e sfruttati, in condizioni schiaviste, in attività lavorative a largo raggio, specie negli ambiti industriali necessari alla Germania per le attività belliche.

Durante l’internamento nei Lager in 43.000 aderirono agli appelli nazifascisti, optando come combattenti nella RSI (23000) o nelle SS (19000); in 61.000 accettarono di diventare ausiliari nei Bti – lavoratori militarizzati destinati prevalentemente alle strutture dell’aviazione (Luftwaffe) e nel Genio;

I militari italiani morti durante il periodo di internamento furono 51.000. In 3000 vennero deportati nei Lager di sterminio, KZ.
A seguito degli accordi Mussolini-Hitler del 20 luglio 1944 – smilitarizzazione abusiva dei militari italiani -, all’inizio di agosto iniziarono ad attuare in maniera autoritaria la cosiddetta “civilizzazione”. “Liberati” dai Lager furono costretti a presentarsi agli uffici di collocamento, ai fini lavorativi e per avere la tessera annonaria. Una fase oscura che determinò ulteriori vessazioni e gravissime difficoltà di vita.
Gli (ex) IMI “civilizzati”, diventati “volontari” per fame o precettati, furono 495.000.
Come evidenziato da Claudio Sommaruga (classe 1920 – geologo minerario dopo la guerra – S. Tenente, ex IMI ex “deportato politico e civile” in 13 Lager e uno Straflager, con 12 NO al Reich e alla RSI e 60 NO al lavoro civile nel Reich) non esiste un archivio istituzionale italiano degli IMI, nemmeno presso l’Ufficio storico del Ministero della Difesa.
Nella parte di ricostruzione sugli internati italiani, intitolata “ Tentativi di quadrare i conti per ancorare una storia a spanne alla deriva e misconosciuta” (archivio IMI Claudio .Sommaruga, 2005), riguardo l’origine territoriale degli IMI (calcolata in base alle “origine dei caduti” ) sul complessivo 716.000 (prima delle opzioni) si evidenziano le seguenti provenienze:
Nord 372.000, 52%
Centro 158.000, 22%
Sud e Isole 186.000, 26%.
Pervenuti dai seguenti fronti di guerra:
Italia (e Francia) 196.000, Francia 32.000, Balcani/Grecia 411.000, Germania e terre Or. 1000. Per un totale di 640.000, dopo le prime opzioni Reich/RSI – 42.000 combattenti e 34.000 ausiliari.
A seguito delle ricerche (molto parziali sulle entità complessive) sulla dislocazione geografica degli IMI – avviate per la richiesta degli indennizzi dei deportati “che furono costretti al lavoro forzato o sottoposti a condizioni di schiavitù o subirono delle gravi ingiustizie” (conseguente alla legge agosto 2000 del Governo tedesco che istituì la Fondazione “ Memoria, Responsabilità e Futuro”, di fatto mai resa operativa) nell’agosto 2001, allo scadere della presentazione delle domande, il Governo tedesco ha escluso dall’indennizzo la quasi totalità degli italiani – si evinse:
Le domande presentate dagli IMI furono complessivamente 88.226, – dati OIM 25 settembre 2001 – in riferimento agli oltre 700.000 italiani internati. Le domande effettuate a quella data furono poco meno del 13% dei deportati nominalmente interessati.
Le richieste pervenute dalla Sicilia furono 3510. I dati si riferiscono al “Libro Bianco” dell’ANRP -– Associazione Nazionale Reduci della Prigionia, dall’internamento, dalla Guerra di Liberazione, e loro familiari -:
http://lnx.anrp.it/wp-content/uploads/2016/04/IL_LIBRO_BIANCO_dellANRP.pdf

Per approfondimenti:
*Sulla dislocazione dei luoghi di internamento:
https://alboimicaduti.it/index.php/maps/list
Banca dati IMI caduti: https://alboimicaduti.it/index.php/page/5/introduzione

Non esiste un Albo anagrafico esaustivo dei deportati IMI siciliani. Date le dimensioni numeriche generali è conseguente ipotizzare che siano stati parecchie decine di migliaia, soldati e graduati delle tante strutture militari coinvolte. Finita la guerra, date le oggettive condizioni di distacco socio-politiche-economiche dell’isola rispetto al contesto nazionale e le gravi necessità del vivere ( molti sono emigrati), da parte dei reduci IMI isolani è subentrata una condizione di isolamento e di non realizzazione nella costruzione di una struttura organizzativa diffusa nelle provincie, atta ad omogeneizzare i travagli subiti, conservare e diffondere la memoria su un piano ampio e plurale.
Negli ultimi anni un’importante attività di riconoscimento del ruolo patriottico degli IMI è stata effettuata da parte dello Stato, a cura delle Prefetture. Anche in Sicilia nelle ricorrenze della Giornata della Memoria del 27 gennaio e della Festa della Repubblica del 2 giugno sono state consegnate varie medaglie d’onore ai pochi Internati nei campi nazisti ancora in vita e a familiari dei deportati. La medaglia è stata istituita nel 2006 – legge 27 dicembre, n. 296 – per civili e militari deportati ed internati nei Lager e destinati ai lavori coatti, a seguito di specifica richiesta degli interessati; viene conferita a seguito di adozione di apposito decreto da parte del Presidente della Repubblica.
Sulle vicissitudini degli IMI siciliani si segnala un articolo del quotidiano Giornale di Sicilia del 5 settembre 2017 (edizione Trapani) “ Dissero NO ai nazisti e finirono nel lager, il martirio dimenticato degli ufficiali siciliani”. Il testo è leggibile sul sito di ANPI Sicilia:
https://anpisicilia.wordpress.com/2017/09/06/anpi-trapani-il-martirio-dimenticato-degli-ufficiali-siciliani/

Riguardo la memorialistica prodotta dagli IMI siciliani i testi non sono numericamente consistenti. Di grande intensità il libro di memorie di Giovanni Santarea di Pozzallo (Rg), “ Io reduce di Cefalonia ( 2009), catturato dai tedeschi fu internato in Bielorussia, Minsk e Ledda. Si aggiunge il testo “ Quando l’algente verno…” contenente le Memorie di Prigionia (2001) di Gerardo Sangiorgio, di Biancavilla (Ct): ventiduenne all’armistizio si ritrova a Parma, nella Scuola di Applicazione di Fanteria, quindi deportato in diversi Lager in Germania; il libro racchiude le sue memorie, antologia in versi e prosa. Il 27 gennaio 2019 a Biancavilla è stato presentato il libro di Salvatore Borzì “Internato n. 1002883/IIA” dedicato a Gerardo Sangiorgio. Il libro “Una storia come tante ( di una gioventù cancellata dalla guerra)” è stato pubblicato dal palermitano Nino Romano: ripercorre le vicende di “un giovane contadino” dalla chiamata alle armi nel settembre 1941 alla detenzione nel Lager di Groditz Dresda) sino al ritorno a Palermo alla fine del 1946. Nel 2009 (ed. Becco Giallo) è stato pubblicato “ Stalag XB” di Marco Ficarra, in memoria dello zio Gioacchino Virga, di Palermo: sottotenente in fanteria, inviato in Grecia è catturato dai tedeschi il 10 settembre 1943, deportato in Germania, muore il 14 marzo 1945 di fame e di freddo.
Alla fine del 2019 è stato pubblicato “Fucili e mandolini” – la storia del soldato semplice Carmelo” di Carmen Coco (Algra Editore). La figlia, assemblando le memorie scritte lasciate dal papà, racconta le peripezie del catanese Carmelo, fatto prigioniero dai tedeschi nei Balcani e deportato in Austria.
Per gli approfondimenti sugli IMI è utile consultare il sito di ANRP http://www.anrp.it
Alola fine di gennaio del 2020 è stato edito l’ultimo contributo di ricerca, il libro: “I militari Italiani nei Lager nazisti, di Mario Avagliano e Marco Palmieri.

DEPORTATI SICILIANI

Sui deportati siciliani nei Campi di stermino nel corso degli anni è stata condotta un’azione di ricerca che ormai può essere considerata ampiamente esauriente, pur rimanendo ancora dubbi e possibili vuoti. In diversi Lager prima dell’arrivo delle truppe sovietiche e anglo-statunitensi furono bruciati gli elenchi dei deportati, quindi, possibilmente sono presenti delle carenze che si ripercuotono anche nella realtà siciliana.

E’ questa, una componente, nel contesto dei 44.500 italiani deportati – a partire dalla fine di settembre 1943 –, piccola, ma di grande significato storico nella realtà isolana e nella lotta nazionale per la conquista della libertà. Si inserisce nell’alveo della perversa persecuzione messa in opera dai nazifascisti sul piano globale in Italia, nei riguardi dei deportati razziali e politici, così costituiti: 6806 ebrei italiani (altri 322 furono arrestati e morirono in Italia), alcune centinaia di ebrei stranieri presi in Italia, alcune centinaia di zingari italiani, 1900 ebrei del Dodecanneso, circa 30.000 classificati politici più altre caratterizzazioni, 2200 imprigionati nel carcere militare di Peschiera, alcune centinaia di ufficiali considerati antifascisti; inoltre, come già evidenziato, 3000 IMI (circa 900 ufficiali) trasferiti con motivazioni di vario genere.
Degli apparteniti alla religione ebraica i sopravvissuti furono solo 837. Per tutti gli approfondimenti sulla deportazione degli ebrei in Italia:
http://www.cdec.it/home2.asp?idtesto=594.
http://www.nomidellashoah.it/

Nel 1938, all’atto della promulgazione delle leggi razziali, risiedevano in Italia 46.600 cittadini italiani ebrei più 4500 non-ebrei classificati di “razza ebraica”; si aggiungevano circa 10.000 ebrei stranieri profughi dalla Germania e dall’Europa centro-orientale. Alcuni giorni dopo la dichiarazione di guerra fascista (10 giugno 1940) la gran parte degli ebrei stranieri vennero internati in appositi campi dislocati prevalentemente nel sud Italia, e vennero rinchiusi anche ebrei stranieri provenienti dalla Libia, Rodi, Iugoslavia. Dopo l’8 settembre 1943 gli internati nelle aree meridionali vennero liberati dagli Alleati; nelle zone controllate dalla RSI iniziò il tragico percorso dall’internamento verso i Campi di sterminio. Sugli ebrei stranieri in Italia consultare: http://www.cdec.it/ebrei_stranieri/

Già a partire dalle leggi razziali molti ebrei italiani, per fuggire dalle persecuzioni, emigrarono in vari paesi fuori dell’Europa, alla fine del 1941 avevano abbandonato l’Italia 5966 ebrei italiani.
I deportati italiani per motivi politici furono 23.826: 22.204 uomini, 1514 donne: partigiani, oppositori del regime durante la dittatura, operai rastrellati nelle grandi fabbriche del “triangolo industriale” del nord, perseguiti per “motivi di sicurezza”, “ asociali”, prigionieri di guerra… Di questi 10.129 perirono nei Campi di sterminio. La maggior percentuale di morti fu toccata nel Lager di Mauthausen, con il 55%.

Riguardo gli operai deportati da Milano, Torino, Sesto S. Giovanni, Genova e da altre località, il numero è abbastanza notevole. Prima della caduta della dittatura fascista gli operai non si erano arresi. Primo caso nell’Europa occupata dai nazifascisti, il 15 marzo 1943 oltre 1000.000 lavoratori scioperarono, stanchi di guerra, sofferenze e fame, nelle industrie di Milano e Torino. Di grandissimo rilievo gli scioperi del marzo 1944, iniziati il giorno 1 marzo con la proclamazione dell’astensione dal lavoro nell’Italia settentrionale, durati una settimana; nelle principali città industriali del nord-ovest parteciparono molte centinaia di migliaia di operai. In risposta violenta vi furono la repressione e la deportazione. In particolare furono deportati: 700 operai da Torino, alcune centinaia da Milano, 533 da Sesto S. Giovanni, 1500 da Genova avviati al lavoro forzato in Germania, altri da ulteriori località. La maggior parte degli scioperanti furono deportati nel Lager di Mauthausen.

I deportati siciliani accertati con ragguaglio biografico completo sono 855.

L’inchiesta sui deportati italiani, deceduti e sopravvissuti, è stata un’operazione di elaborazione molto complessa sul piano generale. Di conseguenza la stessa difficoltà ha riguardato i deportati siciliani.
Il primo riferimento strutturale fu rappresentato dall’opera di Morelli Valeria, pubblicata nel 1965, “I deportati italiani nei campi di sterminio 1943-1945”; Si riportano notizie relative all’identificazione, elenchi alfabetici dei deceduti suddivisi per Lager e sottocampi. Si affianca la ponderosa ricerca effettuata da Italo Tibaldi. Quindi, i contributi di: Liliana Piccitto con “ Il Libro della Memoria” dove sono evidenziati 8900 nominativi di ebrei con dati completi.
Un testo di ricerca di grande rilievo è rappresentato da “ Uomini, donne e bambini nel Lager di Bolzano – Una tragedia italiana in 7.982 storie individuali” (prima edizione nel 2004), di Dario Venegoni. La ricerca è stata aggiornata nel 2005 (Seconda edizione Fondazione Memoria della Deportazione/Mimesis, Milano); si può consultare: http://www.venegoni.it/venegoni_sec.pdf
Si aggiunge “ Il Libro dei Deportati” ( 2009) di Brunello Mantelli, Nicola Tranfaglia, Francesco Cassata, Giovanna D’Amico, Giovanni Villari, un’opera imponente di 2544 pagine che riporta 23.826 nominativi, con relazione completa dei dati, di deportati politici italiani.
Nel 1965 a cura di Morelli Valeria è stata pubblicata una ponderosa opera “I deportati italiani nei campi di sterminio 1943-1945” ( Milano, Scuole grafiche pav. artigianelli). Nella prima parte si trovano le notizie relative all’identificazione. Nella seconda parte sono inseriti i nominativi, gli elenchi alfabetici dei deceduti per ogni lager e sottocampo collegato, con il numero di matricola, il luogo e la data di nascita, il luogo e la data di morte. Diversi elenchi non sono completi. Mancano elenchi per alcuni campi (in diversi lager gli archivi andarono distrutti e non venivano rilevati i decessi avvenute durante le marce forzate dopo lo sgombero dei campi).
Nella sua opera, Italo Tibaldi, ex deportato a Mauthausen (deceduto nell’ottobre 2010), a seguito di un lungo pluriennale impegno iniziato dopo il ritorno dal Lager, ha realizzato un elenco nominativo di oltre 40.000 deportati italiani. Un’azione enorme e meticolosa di ricostruzione analitica al servizio della memoria collettiva, per non dimenticare le atrocità naziste nei campi di sterminio.
I nominativi dei siciliani deportati, transitati nel campo di smistamento di Bolzano, riportati nella ricerca di Dario Venegoni,e degli ebrei siciliani, sono consultabili dal 2013 nel sito della Regione Sicilia:
http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/giornomemoria2013.html

L’imponente opera di ricerca a firma di Brunello Mantelli, Nicola Tranfaglia, Francesco Cassata,L Giovanna D’Amico, Giovanni Villari, è stata pubblicata nel “Libro dei Deportati” (Mursia ed., 2009, 2544 pagine suddivise in tre tomi). Il libro riporta 23.826 nomi di deportati politici italiani tra il 1943-1945, con le date e i luoghi di nascita, di arresto, di detenzione, di liberazione o di morte.
Sulla deportazione degli ebrei italiani Liliana Picciotto nel suo “Libro della Memoria” (1° edizione 1991, 2° edizione 2002 con altri nomi ritrovati – editore Mursia) ricostruisce il tormento subìto dagli ebrei italiani e i progetti e gli strumenti operati dai nazifascisti.
Sono riportati 8900 nominativi, con date di nascita, di deportazione, di morte, di liberazione.
I nominativi dei siciliani morti nei lager inseriti nel contesto generale del libro di Valeria Morelli, nel 1986 furono ripresi e assemblati in un apposito elenco a cura di Giuseppe Santoro, segretario dell’Anpi di Messina, ex deportato nel Lager di Nordhausen. Il dossier divulgato contiene 302 nominativi. Nella prefazione Santoro afferma che “nel libro della Morelli mancano i dati riguardanti gli ultimi mesi di guerra, specie per i campi di Sachsenhausen, Stutthof, Majdaneck, Gross, Rosen, Auschwitz e Ravensbruck … i siciliani, quindi, volendo fare un calcolo approssimativo, non dovrebbero essere meno di 500”. Un ulteriore contributo di conoscenza sui deportati siciliani morti nei Lager fu apportato da Nunzio Di Francesco di Linguaglossa (sopravvissuto a Mauthausen); nel convegno svoltosi a Catania il 7 febbraio 1996 furono riportati 306 nominativi. E’ utile ricordare l’opuscolo dall’Anpi di Paternò ( Ct) “Il contributo di Paternò alla Resistenza”, stampato nel 1982: vengono divulgati i nominativi di 20 paternesi morti nei Lager in Germania e Polonia.

Negli ultimi anni un contributo prezioso, di grande rilievo, è stato dato dalla catanese Giovanna D’Amico, con la pubblicazione nel 2006 (Sellerio ed.) del libro “I siciliani deportati nei campi di concentramento e di sterminio nazisti 1943-1945”. La prefazione è di Bruno Vasari, deportato a Mauthausen deceduto nel luglio 2007.
Sono inserite importanti integrazioni e aggiornamenti. Le schede biografiche dei deportati siciliani, frutto della meticolosa e appassionata ricerca, sono passate da 549 a 855. Di questi 761 nominativi sono considerati “sicuramente nati nell’isola”; sulla parte restante, 94, l’origine è dubbia, in ogni caso servono ulteriori approfondimenti: di questi 351 sono stati deportati politici – così definiti all’arrivo nel Lager – classificati oppositori dai nazifascisti.
L’aspetto innovativo riguarda le “tabelle”. I deportati siciliani sono ripartiti per
distribuzione arrivi nel primo campo,
distribuzione categorie nel primo campo,
distribuzione per province siciliane di provenienza,
lager decesso.
Sono riportati i nominativi e il “percorso” verso lo sterminio di 372 siciliani morti nei Lager.

Questa la ripartizione, per provincia e i morti per Lager di deportazione:
• Distribuzione per province
AG 89 – deceduti Lager 38
AG o TP 1 con 1 deceduto
CL 43 con 23 deceduti
CT 143 con 70 deceduti
EN 54 con 28 deceduti
ME 98 con 48 deceduti
PA 189 con 97 deceduti
PA (o forse CL) 1 1
RG 40 con 20 deceduti
RG (forse) – 1
SR 37 con 16 deceduti
TP 55 con 24 deceduti
Per un totale di 751 con 366 deceduti.
• Lager decesso
Auschwitz 5
Bergen Belsen 16
Brandeburgo an der Havel 1
Buchenwald 38
Dachau 55
dispersi in guerra 13
Dora 21
Flossenburg 36
Germania 8
Luogo ignoto 13
Mauthausen 121
morte presunta 13
Natzweiller 12
Neuengamme 14
Ravensbruck 1
Risiera di San Sabba 1
Sachsenhausen 3
Theresienstadt 1

Questa la “classificazione” dei 681 deportati per i quali è conosciuta la “qualifica”:
oppositori politici 65%, detenuti nelle carceri militari e civili 25,3%, IMI (Internati Militari Italiani) 4,1%, lavoratori civili che si trovavano già in Germania 4,2%, sacerdoti 0,3%, ebrei 0,5%.
Riguardo la “specificità” dei deportati una parte consistente è costituita da siciliani emigrati nel nord Italia negli anni precedenti, quindi residenti in quelle aree territoriali. Si aggiungono numerosi residenti di fatto nell’isola, militari all’atto dell’armistizio aggregatosi a formazioni partigiane, antifascisti, ed altro. Fra i tanti: Nunzio Di Francesco di Linguaglossa, militare in Piemonte, partigiano, catturato e deportato in diversi Lager e infine a Mauthausen, sopravvissuto; l’adranita Carmelo Salanitro , docente del Liceo Cutelli di Catania, condannato a 18 anni di carcere dal Tribunale speciale fascista, prelevato dai nazifascisti dal carcere di Sulmona- assieme ad altri 390 detenuti antifascisti – l’8 ottobre 1943, deportato, muore a Muthausen il 24 aprile 1945; Antonino Garufi, di Giarre ( Ct), carabiniere, dopo l’armistizio si aggrega ai partigiani della brigata Osoppo in Friuli, deportato a Dachau e Buchenwald, sopravvissuto; Giovanni Melodia, nato a Messina, arrestato nel 1939 per attività antifascista, condannato a 30 anni, imprigionato in diversi carceri per ultimo Sulmona, deportato a Dachau, sopravvissuto; Carlo Todros, nato a Pantelleria, ebreo, costretto a cessare la frequentazione delle scuole pubbliche per le leggi razziali, partigiano ad Imperia, arrestato assieme al fratello nell’ottobre 1943, deportato a Mauthausen, sopravvissuto; Liborio Baldanza, nato a Geraci Siculo (Pa), operaio metalmeccanico a Milano, antifascista già processato nel 1932 dal Tribunale speciale, arrestato a Milano nel marzo 1944, deportato a Mauthausen, muore all’inizio di aprile 1945 durante la “marcia della morte”.
Anche ebrei, tra i siciliani, per un totale di quattro: Colonna Leo, nato a Palermo nel 1903, deportato ad Auschwitz, morto in luogo ignoto; Todros Carlo, nato a Pantelleria nel 1923, deportato a Mauthasuen, sopravvissuto; Todros Alberto, nato a Pantelleria nel 1923, deportato a Mauthasuen, sopravvissuto.
Furono deportate anche donne:
Maria Montuoro, nata a Palermo nel 1909, partigiana in Lombardia, arrestata nel 1944, dal carcere milanese di S. Vittore trasferita a Fossoli, poi nei lager di Ravensbruck e Sachsenhausen, sopravvissuta (il fratello morì nel Lager di Mauthasuen).
Castelli Olga Renata, nata a Lercara Friddi (Pa) nel 1919, arrestata a Firenze nell’aprile 1944, da Fossoli deportata ad Auschwitz, morta nell’agosto dello stesso anno in luogo ignoto.
Moscato Emma, nata a Messina nel 1879, residente a Mantova, arrestata nell’aprile 1944, deportata e uccisa all’arrivo nel Lager di Auschwitz.
Segre Egle, ebrea, nata a Messina nel 1899, residente a Torino, arrestata a Tradate (Va) nel novembre 1943, deportata a Auschwitz, morta in luogo ignoto.
Veneziano Concetta, nata a Siracusa nel 1912, morta nel Lager di Bergen-Belsen nel giugno 1944.
Barbieri Antonietta, nata a Palermo nel 1924, deportata i diversi Lager: Flossenburg, Ravensbruck, Flossenburg.
Fu deportato anche un sacerdote, Liggeri Don Paolo: nato a Augusta nel 1911, prete a Milano, viene arrestato nel marzo 1944, accusato di antifascismo. Dal carcere di S. Vittore, dopo essere passato da Fossoli e Bolzano, fu deportato a Mauthausen, sopravvissuto.
Un contributo rilevante alla ricerca è stato dato da Barbara Bechelloni con il libro “Deportati ed internati. Racconti biografici di siciliani nei campi nazisti”. Edito nel 2009, Mediascape, edizioni ANRP. Contiene 2 CD audio che riportano le interviste di 50 deportati siciliani, nei campi di sterminio o negli Stalag in quanto IMI. Iniziativa promossa da ANRP in collaborazione con Audiodoc.
Di grande rilievo l’indagine effettuata dalla palermitana Lucia Vincenti. Ha pubblicato nel 2004 “Non mi vedrai più, persecuzione, internamento e deportazione dei siciliani nei Lager 1938-1945”: nell’appendice è inserito un elenco con circa 800 nominativi di deportati siciliani. Viene fatto specifico riferimento a dieci persone di origine ebraica. La ricercatrice ha pubblicato nel 2007 “Il silenzio e le urla. Vittime siciliane del fascismo. Documenti e testimonianze”.

Memorialistica

Nel corso degli anni diversi siciliani deportati sopravvissuti dai Lager nazisti, producendo memorialistiche, hanno direttamente trasmesso alle nuove generazioni il “racconto” delle drammatiche vicissitudini patite. Si rammentano, tra quelli conosciuti:
“Triangolo rosso. Dalle carceri di San Vittore ai campi di concentramento e di eliminazione di Fossoli, Bolzano, Mauthausen, Gusen, Dachau. Marzo 1944-maggio 1945” (1° edizione 1945) di Don Paolo Leggeri, originario di Augusta (Sr); “Diario di prigionia, un siciliano nei lager” (1984) di Calogero Sparacino, originario di Ribera (Ag); “ Il costo della libertà. Memorie di un partigiano superstite da Mauthausen e Gusen II” (1° edizione 1993) di Nunzio Di Francesco, originario di Linguaglossa (Ct); “ Sul filo della Memoria intervista a Nunzio Di Francecso”, a cura di Adele Bellomia, Ninfa Cangemi, Barbara Nanè, ed. 2011 da Istituto di Istruzione Superiore “ Enrico Mattei” di Avola; “Pagine dal Diario 28 ottobre 1931 – 6 giugno 1932” di Carmelo Salanitro – pubblicato postumo nel 2005, con prefazione di Rosario Mangiameli, a cura della nuora Maria Salanitro, ed. Cuecm; “La tragica avventura. Un siciliano dall’altipiano di Asiago a Gusen II” (2008), di Domenico Aronica, Canicattì (Ag); “ Dachau, matricola n. 113305. Buchenwald: matricola n. 94453. Testimonianza di un sopravvissuto” (Genova, 1995) di Rosario Fucile, originario di Messina; “Memorie 1920-1952” (Torino, 1999), di Alberto Todros, originario di Pantelleria (Tp); “Da Piazza Armerina a Mauthausen” (pubblicazione digitale su Aned, 2005) di Rosario Militello, originario di Piazza Armerina (En); “ Diario di un deportato. Da Dachau a Buchenwald comando Ohrdruf” (1990) di Antonino Garufi, nato ad Altarello (Giarre – Ct) il 13 ottobre 1918. Di grande rilievo sono gli scritti di memoria di Giovanni Melodia, nato a Messina nel 1915, arrestato nel 1939 per attività antifascista, condannato a 30 anni, imprigionato in diversi carceri per ultimo Sulmona, deportato a Dachau, sopravvissuto: tra i vari libri pubblicati “Di là di quel cancello: i vivi e i morti nel Lager di Dachau” (Mursia 1988), “Non dimenticare Dachau: i giorni del massacro e della speranza in un lager nazista” (Mursia, 1993).
Sulla Memoria di Carmelo Salanitro si aggiungono: “Lettere dal carcere di Carmelo Salanitro” di Cristoforo Cosentino, ed. Cuecm, 2005; “L’onore e la viltà, martire del Libero Pensiero” di Pietro Scalisi, ed. 55 Adrano, 2016. Una approfondita ricostruzione dei deportati di Trapani viene fatta da Giuseppe Nilo nel libro “Marsalesi nella Lotta di Liberazione” (Quaderni Anpi 2015). Infine, un libro dedicato a un ungherese – “catanese d’adozione” – “Due eroi in panchina” (2015) di Roberto Quartarone, si racconta dell’allenatore della squadra di calcio del Catania negli 1933-1936 e 1941 Géza Kertész, ucciso dai nazisti e dai fascisti ungheresi delle “Croci frecciate” a Budapest il 6 febbraio 1945, assieme all’allenatore (anche in Italia) Istvan Tòth Potya.

Lager in Italia e Campi di smistamento

Come ben noto, anche in Italia furono operative strutture adibite alla persecuzione, realizzate dai nazisti con il supporto diretto delle organizzazioni militari e di polizia della RSI, a partire dalla fine di settembre 1943. Funzionarono grazie, anche, al tradimento di altri italiani che, vilmente, per fede fascista o per ricevere il soldo della taglia, denunziarono alle milizie della RSI i perseguitati; specialmente ebrei: bambini, uomini e donne.
A Trieste, nella Risiera di San Sabba – stabilimento per la pilatura del riso edificato nel 1913 – in funzione dall’ottobre 1943, fu attivo un Campo di sterminio con forno crematoio messo in funzione il 4 aprile 1944. Furono assassinati circa 3-4000 persone, nella stragrande maggioranza: ebrei, sloveni, croati, triestini, istriani, friulani, parecchi i partigiani. Alla fine di aprile 1945, nei giorni 29 e 30, prima dell’arrivo delle truppe partigiane jugoslave, il forno crematoio e la ciminiera furono distrutte dai tedeschi un fuga con la dinamite. Durante il periodo di occupazione nazifascista furono fatti transitare più di 20.000 deportati, verso i campi di sterminio di Dachau, Auschwitz, Buchenwald.
Verso i Campi della morte furono impiantati quattro campi di smistamento, a Bolzano, Fossoli (Modena), Borgo San Dalmazzo (Cuneo), Grosseto, dedicati ad avviare i deportati nei Lager siti in Germania, Austria e in altre aeree europee.
Consistente il numero dei siciliani fatti transitare da Bolzano, nella gran parte direzione Lager di Mauthasuen.

Molti trasporti di deportati partirono da Milano (binario 21 della stazione centrale), da Bergamo, da Torino. Durante la fase di occupazione nazifascista, centinaia e centinaia di operai delle principali fabbriche di Milano, Sesto S. Giovanni e Torino furono deportati nei Lager. In decine di migliaia “passarono” da questi luoghi verso i luoghi della sofferenza e della morte.

Ruolo istituzionale nella conservazione della memoria

In Sicilia, periferia geografica dei tragici eventi, ormai da parecchi anni si è fortemente affievolito il ricordo degli orrori della deportazione. La Memoria diretta è ampiamente entrata nella fase dell’umana estinzione.
Chi raccoglie il testimone, per rivalorizzare il sacrificio di coloro – uomini e donne – che si sacrificarono per riconquistare la Libertà, per tenere sempre alti nella denuncia i riferimenti ideologici e storici che hanno prodotto l’immane orrore, giusto per continuare a dare significato concreto alla commemorazione della Giornata della Memoria?
Nominalmente non mancano i referenti. Sono le organizzazioni democratiche, associative, politiche e sindacali che, nelle dichiarazioni di statuto e dell’agire, dichiarano di avere come riferimento i Valori costituzionali e il percorso storico che ha permesso di sconfiggere le aberrazioni nazifasciste, asserendo di battersi in difesa dei diritti umani e della libertà contro i razzismi in tutte le sue multiformi specie.

Il ritorno del neofascismo, sotto mentite spoglie è sempre in agguato, oggi più che mai.
I luoghi di studio, scuole e università, proprio perché preparano alla conoscenza le nuove coscienze generazionali, con la finalità di tramandare il bagaglio civile e valoriale, hanno per eletto mestiere un ruolo prioritario. Nel corso degli anni le strutture scolastiche siciliane si sono impegnate ad organizzare molteplici eventi per la Giornata della Memoria con la presenza dei Testimoni diretti sopravvissuti. Nunzio Di Francesco, scampato a Mauthausen, nella sua missione di vita dedicata a narrare ai giovani gli orrori dei Lager, le virtù della pace e della democrazia, fu portavoce di primo piano in moltissime scuole siciliane, fino a un mese prima della sua scomparsa nel luglio 2011. Ora, “esaurito” ormai il contenitore umano della voce diretta, rimane alle scuole un ruolo importante da rinnovare nel metodo, per continuare, implementando conoscenza e riflessione con il coinvolgimento attivo degli studenti. Su questa scia il Liceo Classico Statale “Mario Cutelli” di Catania ha organizzato per l’anno scolastico 2019/2020 la XVII edizione del Premio letterario per studenti dedicato al professor Carmelo Salanitro (ex docente del “Cutelli”), martire antifascista, morto nel Lager di Mauthausen il 24 aprile 1945; il 28 gennaio 2018 sul marciapiede davanti la scuola è stata posta una pietra d’inciampo commemorativa del professore.

Il mondo della Cultura, dell’intellettualità e degli spettacoli, hanno una potenziale rilevante funzione di divulgazione della Memoria sulla deportazione. In Sicilia, ci sono dieci strutture, teatri e fondazioni culturali: Teatro Massimo di Palermo, Teatro Vittorio Emanuele II di Messina, Teatro Massimo Bellini di Catania, Teatro Biondo di Palermo, Teatro Stabile di Catania, Fondazione Orchestra sinfonica siciliana di Palermo, Fondazione Inda di Siracusa, Fondazione Orestiadi di Gibellina, Fondazione Teatro Luigi Pirandello di Agrigento, Fondazione Taormina Arte, che fanno parte dell’ambito pubblico, poiché ricevono fondi dalla Regione siciliana. Spetta a loro, nelle sinergie con gli altri ambiti pubblici, promuovere iniziative di multiforme specie atte a perpetuare la Memoria sugli atroci eventi che furono commessi e dare giusta conoscenza e riconoscimento ai siciliani che ne subirono le tragiche conseguenze.

E’ fondamentale, quindi, la funzione delle strutture istituzionali locali : Regione e Comuni. A loro, in quanto “braccio” operativo diretto per l’esercizio territoriale di competenza dei postulati costituzionali e delle Leggi, nella ricorrenza del 27 gennaio viene affidato un compito essenziale per la valorizzazione della commemorazione e per onorare l’impegno degli uomini e delle donne locali che hanno svolto un ruolo primario per ripristinare democrazia e libertà.
Un ruolo particolarmente significativo dovrebbe essere svolto dalla Regione Siciliana.

Si evidenzia che in data 14 dicembre 2019 da parte del Coordinamento siciliano dell’ANPI – a firma del suo responsabile Ottavio Terranova, vicepresidente nazionale dell’Associazione – è stata inviata una Lettera aperta al presidente della Regione Sicilia Nello Musumuci: “ Attivizzazione della recente memoria storica siciliana. Onorare i patrioti siciliani antifascisti, martiri per la libertà”, con la richiesta di incentivare la promozione delle iniziative necessarie per onorare la memoria dei deportati siciliani nei Campi di sterminio e degli IMI nei Campi di prigionia, sottoposti al lavoro forzato in condizioni di schiavitù.

Infine, nel corso degli anni diversi Comuni siciliani, sensibili alla valorizzazione della memoria della deportazione, hanno organizzato pubbliche iniziative, coinvolgendo i testimoni diretti ancora viventi. Una pratica, che purtroppo, tende ad affievolirsi.

Nella ricorrenza del Giorno della Memoria 2021, in quest’anno infausto dato il virus Covid che continua a accanirsi su tutti noi, in Sicilia in particolare, poiché zona rossa , si è impossibilitati ad onorare con la presenza fisica i tanti nostri concittadini siciliani che furono sacrificati dalla follia omicida nazifascista.

Un pensiero rispettoso a tutti! Sono stati i costruttori della nostra libertà.
Un ricordo speciale al prof. Carmelo Salanitro di Adrano ( Catania) del Liceo Mario Cutelli di Catania che già nel febbraio del 1941 fu condannato dal Tribunale Speciale fascista a 18 anni di carcere, per avere proclamato nel suo “inno alla libertà, il valore universale della pace contro d’ideologia di guerra del fascismo…..Poi, dopo tante traversie carcerarie, fu ucciso nel Lager di Mauthausen il 24 aprile del 1945, pochi giorni prima della liberazione del Lager.

Con la memoria, commossi e partecipi, portiamo “ virtualmente” a tutti i martiri, in tutte le provincie siciliane, un garofano rosso, simbolo di ammirazione, gratitudine e affetto.

  • Lettera Memoria e Libertà
    per Giorno della Memoria 27 gennaio 2021

La “Lettera” diMemoria e Libertà: senza memoria non c’è futuro,per la democrazia, la pace e i diritti dei cittadini

Nota a cura di Domenico Stimolo

Per contribuire a valorizzare i Percorsi e i Valori della Memoria fondanti dell’Italia democratica. Della Resistenza, della deportazione e dell’antifascismo. Dell’attualità.

Con particolare attenzione alla partecipazione catanese e  siciliana.

partigiane

La “Lettera” è dedicata alla memoria di Nunzio Di Francesco, partigiano catanese, sopravvissuto al lager di Mauthausen – deceduto il 21 luglio 201

del     25  aprile 2021     

76° anniversario della Liberazione

affinché vivi la Memoria: I partigiani siciliani: quarta parte. 

                   251 nominativi, con brevi biografie

Questa “ Lettera di Memoria e Libertà, in ricorrenza del 25 APRILE – 76° Anniversario della LIBERAZIONE – è interamente dedicata ai partigiani siciliani.

  In precedenza, nelle edizioni di  “ Lettera” del 25 aprile 2016- 25 aprile 2018 -25 aprile 2020, sono stati evidenziati i nominativi  di  1407  partigiani siciliani.   

In questa quarta parte vengono riportati ulteriori  251 nominativi, con i principali riferimenti noti, caratterizzanti ogni singolo combattente per la libertà: luogo e data di nascita, ruolo sociale, mansione e formazione di appartenenza; data, località e  dinamica del sacrificio per i caduti; riconoscimenti di  valore attribuiti, note peculiari.

E’ questa, complessivamente, un classificazione ancora limitata. Molti altri nominativi dovranno essere aggiunti. In rispetto della memoria dei partigiani è giusto non riportare solamente elenchi, in foggia di “tabulati”, costituiti esclusivamente da nomi, cognomi, città di nascita. Risulterebbe quasi “disumanizzante”. Ogni  partecipante siciliano alla Lotta di Liberazione dal nazifascismo ha avuto un volto ben delineato e una storia propria, uno specifico percorso realizzato nel contesto dell’ immenso dramma distruttivo della guerra, un “ travaglio” ideale, sociale e personale che ha determinato la “scelta di campo” nella RESISTENZA. Altri ancora, non pochi, bisogna ancora esporli in modo appropriato, trovandoli tra le “righe” di quella indomita fase storica che ha determinato la nascita della nostra Costituzione e della Repubblica. Il percorso dell’approfondimento di merito continuerà con l’integrazione di altri nominativi.   

Quanti sono stati i partigiani siciliani nella lotta contro il nazifascismo direttamente impegnati nei luoghi di combattimenti, a partire dall’armistizio del’8 settembre 1943? Tanti. Numerose migliaia, certamente,  impegnati in tantissime aree territoriali nazionali ( non solo nel centro-nord)  e in molte altre zone fuori dai confini. 

La Resistenza, pur con caratteristiche diverse da quelle che furono successivamente codificate, iniziò già in maniera spontanea dall’agosto del 1943, in  Sicilia,  in diversi paesi dell’area etnea e del messinese. Tra i tanti civili che si ribellarono alle infame angherie e  alle depredazioni delle truppe tedesche in ritirata, molte decine furono ammazzati.

Al di la dell’aspetto strettamente “storiografico” partigiani sono stati gli uomini e le donne che in tutte le maniere fecero Resistenza, in armi o con dinamiche di supporto e  assistenziali, al dominio ideologico e militare che i nazifascisti  volevano continuare ad imporre all’Italia dopo gli anni catastrofici della guerra scatenata in nome della “razza eletta”. Dalla caduta della dittatura ( 25 luglio 1943) e dalla firma dell’armistizio con gli Alleati ( 8 settembre 1943), contribuendo alla riconquista della libertà e dei diritti umani e sociali fondamentali, al riscatto dei valori principali del Bene Comune, storicamente chiamata Patria, infangata dalle ignominie fasciste e dalle enormi distruzioni umane e materiali procacciate dall’Asse – la stretta alleanza ideologica e militare tra l’Italia fascista e la Germania nazista, poi con il Giappone -.

Nell’ambito nazionale, solo per il Piemonte, l’area territoriale con una rilevante presenza di partigiani siciliani – date le condizioni storiche di concentrazione di strutture militari e la vicina presenza nel meridione della Francia della IV Armata dell’esercito italiano – da parte della Commissione piemontese ne sono stati riconosciuti 2160, “ con l’esclusione per ora dei dati relativi all’area novarese e all’area ligure piemontese”. E’ importante aggiungere che non sono presi in analisi i partigiani nati in Piemonte o al Nord  figli di siciliani.  

All’atto dell’armistizio, stipulato l’8 settembre 1943 a Cassibile ( Siracusa), considerevoli concentrazioni di strutture militari si trovavano dislocate nel territorio nazionale, ulteriori notevoli raggruppamenti militari si trovavano posizionati in aree fuori dai confini: Francia, area Balcanica ( Albania, Jugoslavia, Grecia) e in altre zone, come determinato dal’ espansione della guerra di aggressione fascista iniziata il 10 giugno del 1940. Il “ mitico impero” creato  in Africa:  Libia, Etiopia, Somalia, Eritrea,  era stato già abbandonato. La disfatta in Russia, con tutte le tragiche conseguenze per i soldati italiani mandati allo sbaraglio, era già avvenuta.

Un enorme numero di militari permaneva quindi in Italia e nei vari fronti di guerra ancora in essere. Rimasero abbandonati, ignominiosamente, senza procedure sulla condotta da seguire.  Seguirono giornate frenetiche. Le truppe tedesche passarono all’attacco su tutti i fronti dove erano dislocati militari italiani. Oltre 650.000 furono presi prigionieri, trasportati e rinchiusi in molti campi di concentramento prevalentemente in Germania, veri e propri Lager. Sono  gli IMI, “ Internati Militari Italiani”. La stragrande maggioranza rifiutò di aderire alla RSI

In tanti, in Italia e fuori dai confini, non si arresero alle truppe tedesche, non deposero le armi. Si organizzarono per resistere ai nazisti, già a partire nei giorni successivi all’armistizio. Nel Paese molti furono gli eventi di strenuo contrasto, in parecchie realtà del Nord e a Roma nella battaglia di Porta San Paolo del 10 settembre.

Fuori dall’Italia tanti i casi di strenua e sanguinosa resistenza. A Cefalonia l’evento più significativo e drammatico, migliaia di soldati e ufficiali furono uccisi nei combattimenti e poi fucilati.  La stessa opposizione avvenne a Rodi e  in molte zone della Jugoslavia, Albania, Grecia, in forma più ridotta nella Francia meridionale. Tanti restarono uccisi, molte decine di migliaia di militari si aggregarono alle  strutture partigiane locali o parteciparono direttamente alla lotta contro le truppe tedesche mantenendo in maniera significativa la struttura originaria, operando in Jugoslavia ed Albania: Divisione Garibaldi “ Natisone” ( Slovenia –Croazia); Divisione “Italia” suddivisa in quattro brigate; Divisione Partigiana “Garibaldi” ( operativa in Montenegro, Erzegovina, Bosnia, Sangiaccato), composta dalle ex Divisioni dell’esercito “Taurinense” e “Venezia”. Alla bandiera della Divisione Garibaldi, al reparto carabinieri della Divisione e al gruppo “Aosta” del 1° Reggimento Artiglieria Alpina, al’83° e 84° Reggimento Fanteria della Divisione “Venezia”, al 19° Reggimento Artiglieria da Campagna della Divisione “Venezia” ( tutti costituenti la Divisione Partigiana Garibaldi), venne riconosciuta la medaglia d’oro. Molti altri partigiani si aggregarono a queste formazioni.

Nella “ Lettera di Memoria e Libertà” del 25 aprile 2018, tra gli altri, sono stati riportati i nominativi ( con brevi biografie) di tutti militari siciliani che fecero parte della Divisione Garibaldi. Altri sono stati già inseriti nella prima parte comprendente complessivamente 520 nominativi.

Molti componenti dei reparti militari italiani che dopo l’armistizio si ritirarono dal sud della Francia si aggregarono alle formazioni partigiane che si costituirono in Piemonte.

Inoltre, dopo la dichiarazione di guerra del Regno d’Italia alla Germania del 13 ottobre 1943 venne riorganizzato il nuovo esercito italiano. Consistenti gruppi di combattimento furono schierati in supporto agli Alleati contro le armate tedesche.

In Italia, molti militari siciliani si inserirono nelle formazioni della Resistenza, già nel corso del mese di settembre del 1943. A questo riguardo è bene evidenziare il significativo contributo dato a Roma e nel Lazio in genere fino alla Liberazione avvenuta il 4 giugno 1944.

Altri, non pochi, da civili, emigrati nelle aree del centro-nord nel corso degli anni precedenti, scelsero di essere partigiani.

Donne siciliane parteciparono attivamente alla Lotta di liberazione nelle aree territoriali del centro-nord.  Giovani, impavide, con grande voglia di riscatto civile e democratico. Alcune furono uccise dai nazifascisti, dopo avere subito orrende torture e sevizie. I L’elenco è ancora parziale.

Non esiste ad ora una “fonte” unica, completa, che riporti i nominativi e gli aspetti di tutti i partigiani siciliani che  svolsero attività di Resistenza su tutti i “fronti” prima evidenziati. 

Nel corso del tempo molti pregiati approfondimenti di ricerca sui partigiani siciliani son stati condotti da numerose strutture dedicate alla memoria della Lotta di Liberazione, da ricercatori storici, da libri di memorialistica e quant’altro operativo nel mondo sociale e culturale del territorio, che con dedizione civile e democratica continua la sensibilizzazione sui valori della Resistenza e sul contributo di uomini e donne della nostra Regione. 

In particolare, tra le tane fonti,  è doveroso ricordare:

  • Le varie strutture provinciali dell’ANPI in Sicilia( compreso l’organismo Nazionale), che con grande passione hanno ricomposto l’impegno e la partecipazione dirette di tanti combattenti per la libertà, consegnando a tutti la possibilità della conoscenza appropriata.
  • La ricerca condotta  da INSMLI curata da Carmela Zangara che con competente dedizione ha ricostruito il percorso e il sacrificio di molti caduti siciliani nella lotta contro il nazifascismo.  Nel 2011 ha pubblicato il libro “ Per liberar l’Italia : i siciliani nella resistenza: 1943-1945”
  • La Regione Piemonte , che con le  pubblicazione: “inserto speciale Sicilia” ( luglio-agosto 2007), e “ Meridionali e Resistenza il contributo del Sud alla Liberazione 1943-1945” ( edito nel 2012), a cura di Claudio Della Valle (Presidente dell’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea “Giorgio Agosti”), realizzato con il contributo di tutti gli Istituti della Resistenza del Piemonte, ha pubblicamente divulgato l’impegno dei siciliani, quindi la Banca Dati Istoreto Piemonte
  • La ricerca di Giovanna D’Amico“ I siciliani deportati nei campi di concentramento e di sterminio nazisti 1943-1945”.
  • La ricerca di Mauro Sonzini: “ Elenco dei partigiani siciliani attivi in Val Sangone”  ( 2011)
  • La ricerca di Mauro Begozzi: “ Sui partigiani siciliani presenti  nelle formazioni della Val Sesia, Cusio, Ossola e Verbano”
  • Nunzio Di Francesco, con il libro “ Il costo della libertà – Memorie di un partigiano combattente da Mauthausen a Gusen II”  (edito  2001)
  • Angelo Sicilia, con il libro “Testimonianze partigiane, i siciliani nella lotta di Liberazione” ( edito 2015).
  • Nicola Musumarra, con il libro “ La Resistenza italiana negata, il 25 luglio e la vendetta tedesca in Sicilia” ( edito 2015).
  • Lucia Vincenti, con il libro “ Il silenzio e le urla, Vittime siciliane del fascismo ( edito 2007)
  • Mario Avagliano, con il libro “ Generazione ribelle – diari e lettere dal 143 al 1945” ( edito 2006).
  • Giuseppe Nilo, con il libro “ I marsalesi nella Lotta di Liberazione” ( edito 2015).

Si ricorda l’importante contributo di consultazione derivante dai siti on line di:

  • Banca Dati Istoreto Piemonte
  • Data Base Partigiani Anpi Roma
  • Data Base Partigiani Piacenza
  • Data Base Partigiani Ferrara
  • Data Base Partigiani Anpi Gorizia
  • Donne e Uomini della Resistenza – Anpi Nazionale Biografie 
  • Anpi Sicilia, Anpi Palermo, Anpi Catania e altre strutture delle Anpi siciliane.
  • Numerose altre fonti ( bibliografiche e siti on line) di strutture resistenziali, e d’Arma che hanno partecipato alla Lotta di Liberazione in Italia e all’Estero, in particolare riguardo la Divisione partigiana Garibaldi in Jugoslavia e la Divisione Acqui a Cefalonia.

Nel corso degli anni sono stati inoltre pubblicati parecchi libri di memoria, “raccontati” da partigiani siciliani e deportati nei lager nazisti. L’elenco è rilevante.

Sugli ultimi approfondimenti di merito pubblicati evidenzio “Resistenti, Storie di antifascisti, partigiani e deportati di Riesi” ( Caltanissetta) a cura di Giuseppe Calascibetta.  

Infine ritengo opportuno richiamare le segnalazioni che da varie parti mi sono pervenute nel corso degli ultimi due anni, e  i numerosi approfondimenti sui partigiani siciliani effettuati dal sottoscritto nel precedente periodo di attività nell’Anpi di Catania, e successivamente, nel ruolo di componente della segreteria provinciale, responsabile dell’organizzazione.

  1. Ringrazio i responsabili dei diversi siti internet, in Sicilia e in vari luoghi nazionali, compagni e amici che hanno a cuore i valori universali della Resistenza e della Lotta di Liberazione contro il nazifascismo determinanti per la rinascita della libertà e della democrazia nel nostro Paese – impressi nei postulati supremi della Costituzione-  che nei mesi di aprile 2016, 2018 e 2021 hanno pubblicato la “Lettera di Memoria e Libertà” con i 1407  nominativi di partigiani siciliani, contribuendo in maniera importante alla divulgazione della memoria. Mi auguro che lo stesso impegno venga mantenuto in questa ricorrenza del 75° Anniversario della Liberazione per la pubblicazione di questi ulteriori 251 nominativi contenuti in questa terza parte.

Per la lettura delle precedenti( 1° e2° parte), per tutti, segnalo dal sito ANPI Sicilia:

https://anpisicilia.wordpress.com/?s=520+nominativi+partigiani+siciliani

https://anpisicilia.wordpress.com/?s=lettera+memoria+e+libert%C3%A0+aprile+2018

Per la terza parte ( nota 25 aprile 2012):

(Domenico Stimolo)

“nella vita talvolta è necessario saper lottare, non solo senza paura, ma anche senza speranza”

Sandro Pertini

 * diversamente da ciò che è stato propagandato  in questa fase di virus – Covid-19

“La guerra è quando milioni di persone sono costrette ad odiarsi e a  scannarsi tra loro senza sapere il perché, per l’io capriccio di un re o di un tiranno. E alla fine delle carneficine, questi si stringono le mani”

cit. Peppino Benincasa ( Palermo) partigiano Divisione Acqui presso Cefalonia

– Dal libro di Peppino Benincasa     “ Memorie di Cefalonia”

ADELFIO Filippo

nato a Bompietro-Locati ( Palermo) il 21/08/1919, Esercito, caporale Artiglieria ( dislocato in Francia occidentale). Partigiano in Piemonte da 17 gennaio 1945, 2° Divisione Langhe e 6° Divisione Alpina Asti, nome di battaglia “ Nino”.

AGNELLO Corrado

nato a Pachino ( Siracusa) il 29/04/1923, soldato Fanteria. Partigiano in Piemonte dal 6 dicembre 1943, formazione Val Cuneo, Divisione Campana, caposquadra.

AGNELLO Corrado

nato a Pachino ( Siracusa) il 13/01/1916, Esercito, Reparto Autieri ( corpo automobilistico). Partigiano in Piemonte da giugno 1944, Divisione Campana, Brigata Michele, nome di battaglia “Corrado”.

AGRO’ Celestino

nato a Racalmuto ( Agrigento) il 15/01/1888, Esercito, maresciallo maggiore Fanteria ( dislocato in Francia). Partigiano in Piemonte da ottobre 1943, Brigata SAP Mingone. nome di battaglia “ Maresciallo”.

AGRO’ VINCENZO

nato a Racalmuto ( Agrigento) il 28/02/1920, panettiere. Partigiano in Piemonte da luglio 1944, 5° Divisione Asti Brigata Val Ellero, nome di battaglia “ Agrò”.

AGRUSA Giovanni

nato a Carini ( Palermo) il 20/05/1909, soldato Esercito, Bersaglieri. Partigiano in Piemonte da novembre 1944, 8° Divisione Val Orco 42° Brigata.

AIELLO Corrado

nato a Patti ( Messina) il 16/01/1922, Aeronautica, aviere marconista. Partigiano in Piemonte da settembre 1944, formazione Banda G. Castagneri, 19° Brigata Garibaldi, 3° Divisione Garibaldi 113° Brigata – comandante distaccamento, nome di battaglia “ D’Artagnan”.

AIELLO Emanuele

nato a Partanna ( Trapani) il 13/09/1923, Esercito, caporale Fanteria. Partigiano in Piemonte da 1 luglio 1944, Divisione GL, 183° Brigata Garibaldi, nome di battaglia “ Badoglio”.

AIELLO Giovanni

nato a S. Ninfa ( Trapani) il 12/11/1922, aviere Aeronautica. Partigiano in Piemonte da 1 aprile 1945, Divisione GMO Brigata Superga, nome di battaglia “ Giovanni”.

AMORE Carmelo

nato a Rosolini ( Siracusa) il 20/08/1920, militare in Piemonte prima dell’armistizio del’8 settembre 1943, poi partigiano,  fucilato contro un terrapieno il 4 novembre 1944 a Bergallo di Curreggio ( Novara) in località Ripaccia, assieme ad altri tre partigiani. Salvatore, assieme ai suoi compagni, era stato catturato durante il rastrellamento dei nazifascisti iniziato due giorni prima nella grande area tra il borgomanerese il il Basso Cusio.

ASTA Francesco

nato a Scicli ( Ragusa), soldato Divisione Acqui – 317° Reggimento Fanteria – disperso ( morto) a Cefalonia l’8 settembre 1943 durante le fasi di Resistenza contro i tedeschi.

ANTICO Giuseppe

nato a Catania il 3/01/1920. Sottotenente Divisione Acqui – 317° Reggimento Fanteria -, morto a Cefalonia il 21 settembre 1943 durante le fasi di Resistenza  contro i tedeschi.

BADALAMENTI Giuseppe

nato a Terrasini ( Palermo) il 3/06/1920, Esercito, soldato Fanteria. Partigiano in Piemonte da agosto 1944, formazione 7° Brigata SAP DE Angeli, nome di battaglia “Pepe”.

BADALAMENTI Paolo

nato a Montelepre ( Palermo) il 16/02/1918, Esercito, soldato Fanteria. Partigiano in Piemonte da ottobre 1944, 2° Divisone GL 1° Brigata, successivamente 1° Brigata, nome di battaglia “Paolo”.

BADAMI Rosalino

nato a  Palermo il 14/05/1924, Esercito, caporale Fanteria. Partigiano in Piemonte da 14 dicembre 1944, 11° Divisione Garibaldi, 181° Brigata, nome di battaglia “Iena”.

BAGARELLA Gaspare

nato a Borgetto ( Palermo) il 6/06/1922, Esercito soldato Fanteria. Partigiano in Piemonte da 1 marzo 1945, 8° Divisione Garibaldi, 100° Brigata, nome di battaglia “ Marabella”.

BAGLIERI Giuseppe

nato a Ispica ( Ragusa) il 22/07/1915, Esercito carabiniere. Partigiano in Piemonte da 26 giugno 1944, 6° Divisione GL Comando, nome di battaglia “Bandiera”.

BAIUNCO Calogero

nato a Barrafranca ( Enna) il 9/01/1924, Esercito soldato Fanteria. Partigiano in Piemonte da 1 agosto 1944, formazioni: 2° Divisione Garibaldi 19° Brigata,  2° Divisione Garibaldi 46° Brigata, nome di battaglia “ Dingo”.

BALSAMO Benedetto

nato a Catania il 5/11/1921, partigiano in Piemonte da 25 febbraio 1944, formazioni: 2° Divisione GAR 20° Brigata, 1° Brigata SAP Giambrone.

BALSAMO Salvatore

nato a Catania il 12/07/1913, Esercito, caporale Fanteria.  Partigiano in Piemonte da 19 settembre 1943, normazione: Gruppo Monti, 2° Divisione Garibaldi, 20° Brigata, intendente di Brigata, nome di battaglia “            Salvatore”.

BARBATA Giacomo

nato a Paceco (Trapani) il 12/04/1919, Esercito caporale Artiglieria. Partigiano in Piemonte da 3 giugno 1944, 1° Divisione GL 2° Brigata.

BARBATO Pasquale

nato a Pachino ( Siracusa) il 8/02/1900, Esercito maresciallo Carabinieri. Partigiano in Piemonte da 10 ottobre 1943, 13° Divisione Garibaldi.

BARBERA Antonino

nato a Leonforte ( Enna) il 11/06/1912, Esercito soldato Artiglieria. Partigiano in Piemonte, 11° Brigata SAP  D.C.

BARBERA Michele

nato a Erice ( Trapani) il 27/11/1922, pastore. Partigiano in Piemonte da 22 giugno 1944, Formazioni: 20° e 17° Brigata, nome di battaglia “Barberino”.

BARONE Diego

nata a Castellammare del Golfo ( Trapani) il 11/11/ 1922, Esercito Artiglieria. Partigiano in Piemonte da 1 marzo 1945, 9° Divisione GAR 78° Brigata, nome di battaglia “Salibra”.

BELLA Venerando

nato a Acireale ( Catania) il 12/01/1918, sottotenente Divisione Acqui – 317° Reggimento Fanteria -, morto a Cefalonia il 17 settembre 1943 durante le fasi di Resistenza contro i tedeschi.

BENINCASA Franco

nato a Palermo il 4/07/1908, maresciallo Divisione Acqui – 17° Reggimento Fanteria, morto a Cefalonia il 23 settembre 1943 durante le fasi di Resistenza alle truppe tedesche.

BRAFA Rosario

nato a Modica ( Ragusa) il 28/07/1922, soldato  Divisione Acqui – 317° Reggimento Fanteria -, morto a Cefalonia il 23 settembre 1943 durante le fasi di Resistenza contro i tedeschi.

BUFFA Salvatore

nato a Marsala ( Trapani) il 20/02/1915, sottotenente Divisione Acqui – 317° Reggimento Fanteria -, disperso ( morto) il 24 settembre 1943 a Cefalonia durante le fasi di Resistenza contro i tedeschi.

BUTTITTA Giovanni

nato a Bagheria ( Palermo) il 19/01/1924, Esercito, Fanteria. Partigiano in Piemonte da 7 agosto 1944, Divisione Italia, 107° Brigata, nome di battaglia “ Giovannino”

BUZZANCA Giovanni

nato a Montagnareale ( Messina) il 29/01/1925, Esercito Artiglieria. Partigiano in Piemonte da 16 giugno 1944, 104° Brigata Garibaldi, rimasto ferito in combattimento con i nazifascisti, nome di battaglia “ Carmelo”. 

CACACE Alfredo

nato a Palermo il 27/09/1918, Esercito, sergente maggiore Bersaglieri. Partigiano in Piemonte da giugno 1944, 2° Divisione GL Brigata Val Maira.

CACCAMO Antonio

nato a Castelbuono ( Palermo) il 4/04/1912, Pubblica sicurezza. Partigiano in Piemonte da 1 gennaio 1945, 7° Divisione GL Brigata Mazzini, nome di battaglia “Antonio 2°”.

CACCIATORE Luigi

nato a Sutera ( Caltanissetta) il 28/08/1924, Esercito, soldato artiglieria. Partigiano in Piemonte da 30/08/1944, formazione: Gruppo GL, 2° Divisione Langhe CDO, 5° Divisione Monferrato Brigata CDO, nome di battaglia “ cinese”.

CACCIOLA Roberto

nato a Messina il 9/10/1917, Esercito Artiglieria, partigiano in Piemonte da luglio 1944, formazione 4° settore, nome di battaglia “ Bob”.

CACCOMO Angelo

nato a Modica ( Ragusa) il 13/02/1916, Esercito Artiglieria. Partigiano in Piemonte da giugno 1944, formazione: 19° Brigata Garibaldi, 18° Brigata Garibaldi, nome di battaglia “ Angelo”.

CACOPARDO Giovanni

nato a Taormina ( Messina) il 8/03/1919, ausiliario carabiniere. Partigiano in Piemonte da settembre 1944, formazione: 100° Brigata Garibaldi, 2° Divisione Langhe Brigata Rocca D’Arazzo CDO, nome di battaglia, nome di battaglia “ Noris”.

CACOPARDO Mario

nato a Messina il 31/08/1922, Esercito Accademia Militare, All. Uff. Spe. Partigiano in Piemonte da agosto 1944, 2° Brigata Pensiero, nome di battaglia “Piola”.

CADILI Antonio

nato a Tripi ( Messina) il 17/05/1920, Esercito Fanteria, caporale maggiore. Partigiano in Piemonte da giugno 1944, 75° Brigata Garibaldi, capo squadra, nome di battaglia “ Barra”.

CAFFARELLI Giuseppe

nato a S. Piero Patti ( Messina) il 2/06/1921, Esercito soldato Genio. Partigiano in Piemonte da 15 aprile 1945, 3° Divisione Alpi Brigata Fossano.

CAGLIO Enzo

nato a Agrigento il 4/01/1920, partigiano in Piemonte da marzo 1944, formazione 18° Brigata.

CALA’ Salvatore

nato a Tortorici ( Messina) il 16/11/1922, Esercito servizio sanitario. Partigiano in Piemonte da 15/03/1945, Divisione Renzo Cattaneo, nome di battaglia “ Piccolo”.

CALABRESE Carmelo

nato a Castiglione di Sicilia ( Catania) il 23/05/1921, Esercito servizio sanitario. Partigiano in Piemonte da marzo 1944, Divisione Garibaldi Italia, 107° Brigata, nome di battaglia “ Angelo”.

CALABRIA Nicola

nato a Agira ( Enna) il 3/10/1922, Aeronautica. Partigiano in Piemonte da aprile 1945, 87° Brigata Valle Aosta, none di battaglia “ Mario”.

CALABRO’ Mariano

nato a Barcellona Pozza di Gotto ( Messina) il 15/04/1923, Esercito caporale maggiore Cavalleria. Partigiano in Piemonte da 15 aprile 1945, 1° Divisione Langhe 2° Brigata, nome di battaglia “ Mariano”.

CASTELLANA Salvatore nato a S. Biagio Platani ( Agrigento) il 2/07/1924, carabiniere. Partigiano in Emilia dal maggio 1944,  Divisione “Giustizia e Libertà”, Formazione “Cacio”.

CICI’ RAFFAELE

nato a Partinico ( Palermo) il 25/08/1920, partigiano in Piemonte, ucciso dai nazifascisti il giorno 5 gennaio 1945 a S. Damiano d’Asti (Asti).

CULTRONA Francesco

nato a Licata ( Agrigento) il 20/05/1901, capitano Guardia di Finanza, morto il 13 settembre 1943 nell’isola di Corfù durante le fasi di Resistenza contro i tedeschi.

D’AGATA Sebastiano

nato a Mascali ( Catania) il 18/08/1914, Esercito, carabiniere. Partigiano in Piemonte da maggio 1944, 3° Divisione Garibaldi 114° Brigata, nome di battaglia “ Catania”.

D’AGOSTINO Antonino

nato a Regalbuto ( Enna) il 4/11/1922, Esercito, soldato Fanteria. Partigiano in Piemonte da giugno 1944, COM Divisione R. Cattaneo, nome di battaglia “ Agostino”.

DALLURA Giuseppe

nato a Taormina ( Messina) il 22/05/1921, Aeronautica aviere. Partigiano in Piemonte da 1 agosto 1944, 19° Btigata SAP Valentino, nome di battaglia “ Mario III”.

D’AMARIO Giulio

nato  a Santa Cristina Gela ( Palermo) il 25/03/1921, Esercito, tenente Bersaglieri. Partigiano in Piemonte da 10 agosto 1944, 87° Brigata Valle Aosta 6° Battaglione, nome di battaglia “ Berin”.

D’AMATO Giuseppe

nato a Militello In Val di Catania ( Catania) il 19/03/1922, Esercito, soldato Fanteria. Partigiano in Piemonte da agosto 1944, Brigata Superga, nome di battaglia “ Catania”.

D’AMICO Giuseppe

nato a Spadafora (Messina) il 5/11/1919, Esercito, soldato Fanteria. Partigiano in Piemonte da 1 agosto 1944, COM 2° Divisione Langhe, nome di battaglia “ Giuliano”.

D’AMICO Giuseppe

nato a Catania il 8/01/1925. Partigiano in Piemonte da 1 aprile 1945 Formazione Matteotti 4° Brigata B. Buozzi.

D’AMICO Salvatore

nato a Catania il 16/06/1921, partigiano in Piemonte da 1 gennaio 1945.

DANDOLO Gioacchino

nato a Alcamo ( Trapani) il 2/05/1923, Esercito carabiniere. Partigiano in Piemonte da 15 settembre 1944, Divisione Beltrami 105° Brigata Perotti, nome di battaglia “ Orlando”.

D’ANGELO Domenico

nato a Scaletta Zanclea ( Messina) il 2/01/1923, Esercito Fanteria. Partigiano in Piemonte da 19/02/1945, 2° Divisione Langhe CDO 6° Brigata Belbo, nome di battaglia “ Messina”.

D’ANGELO Orazio

nato a Aciplatani ( Catania) il 2/06/1921, Esercito, soldato corpo automobilistico. Partigiano in Piemonte da maggio 1944, 9°é Divisione GL 1° Brigata Tamietti, comandante di distaccamento, nome di battaglia “ Moro”.

D’ANGELO Vincenzo

nato a Agrigento il 26/12/1902, Esercito, Guardia di Finanza. Partigiano in Piemonte da 7 ottobre 1944, Divisione B. Buozzi 6° Brigata.

D’ANGELO Vito

nato a Chiaramonte Gulfi ( Ragusa) il 8/01/1918, studente. Partigiano in Piemonte da 15/10/1944, 1° Divisione Langhe, nome di battaglia “ Ninni”.

D’ORIA Andrea

nato a Partinico ( Palermo) il 14/08/1920, Esercito sergente Artiglieria. Partigiano in Piemonte , 4° Divisione Alpi Brigata Val Tanaro.

DE FRANCESCO Pietro

nato a Messina il 24/08/1926, di famiglia con vivissimi sentimenti antifascisti. Diciassettenne, dopo la liberazione della Sicilia si aggregò’ ad un gruppo di giovani antifascisti per contribuire a liberare l’Italia. Si arruolò nel Corpo Italiano di Liberazione, fante nel 1° Battaglione del 68° Reggimento.

DI GIACOMO Giovanni

nato a Comiso ( Ragusa) il 31/10/1921, soldato Divisione Acqui – 317° Reggimento Fanteria -, disperso ( morto) il 22 settembre 1943 a Cefalonia durante le fasi di Resistenza contro i tedeschi.

DOLCIMASCOLO Giuseppe

nato a Castronovo di Sicilia ( Palermo) il 10/02/1922, aviere Aeronautica. Partigiano in Piemonte da febbraio 1944, Formazione Autonoma, 20° Brigata Garibaldi, nome di battaglia “ Moretto”.

DONATO Francesco

nato a Messina il 19/12/1912, appartenente alla Marina. Partigiano in Piemonte da 19 ottobre 1944, 22° Brigata SAP Martinelli.

DONATO Francesco

nato a Santa Lucia del Mela ( Messina) il 4/06/1917, Esercito, soldato Fanteria. Partigiano in Piemonte da 14/06/1944, 1° Divisione GL Brigata Valle Stura, nome di battaglia “ Ciccio”.

DONATO Salvatore

nato a Canicattì ( Agrigento) il 6/10/1910, Esercito Artiglieria. Partigiano in Piemonte da 15 febbraio 1945, Formazione MAT 2° Brigata Buozzi.

DONATO Santo

nato a Santa Lucia del Mela ( Messina) il 13/03/1924, Esercito Fanteria. Partigiano in Piemonte da 1 luglio 1944, RGPT Davito 5° Brigata, catturato dai nazifascisti il 6 novembre 1944 e deportato a Bolzano.

DOTTO Giovanni

nato a Palermo il 13/08/1915, Fanteria, sergente maggiore Artiglieria. Partigiano in Piemonte da 1 gennaio 1945, 79° Brigata Gallo, nome di battaglia “ Aramis”.

DRAGO Emanuele

nato a Licata ( Agrigento) il 7/07/1920, Esercito, caporale Artiglieria. Partigiano in Piemonte da 10 aprile 1945 Brigata Valle Grana.

DURSO Giuseppe

nato a Altolia ( Messina) il 19/01/1921, Fanteria, soldato Artiglieria. Partigiano in Piemonte da novembre 1944, 1° Divisione Garibaldi 19° Brigata, nome di battaglia “ Durso”

EMANUELE Sebastiano

nato a Solatino ( Siracusa) il 15/05/1916, Esercito soldato Fanteria. Partigiano in Piemonte da 15 giugno 1944, 1° Divisione GL Brigata Valle Stura, nome di battaglia “Iulo”.

EMMI Francesco

nato a Linguaglossa ( Catania) il 2/04/1924, Esercito Artiglieria. Partigiano in Piemonte da 15 ottobre 1943, formazioni: Brigata Val di Lanzo, 4° Brigata Garibaldi, nome di battaglia “Turin”.

ERRO Giuseppe

nato a Corleone ( Palermo) il 6/04/1914, Esercito capitano. Partigiano in Piemonte da 29 settembre 1943, Comando 1° Settore.

ESPOSITO Vincenzo

nato a Avola ( Siracusa) il 9/09/1891, Esercito caporale Fanteria. Partigiano in Piemonte, Brigata SAP Mingione. Dist. Filippi.

ESPOSTO Salvatore

nato a Agrigento il 5/02/1917, Esercito Genio. Partigiano in Piemonte da 1 gennaio 1944, formazioni: Formazione autonoma, 99° Brigata Garibaldi, Comando 6° Divisione Garibaldi, nome di battaglia “ Salvatore Bertucci”).

FACONELLO Giuseppe

nato a Modica ( Ragusa) il 1/01/1919, Esercito caporale maggiore Bersaglieri. Partigiano in Piemonte da 26/01/1945, 181° Brigata Garibaldi Morbiducci, nome di battaglia “Ernesto”.

FAGONE Sebastiano)

nato a Palagonia ( Catania) il 28/10/1920, Esercito soldato Artiglieria. Partigiano in Piemonte da 1 maggio 1944, Divisione Buozzi 3° Brigata, nome di battaglia “Aiello”.

FAILLA Cesare

nato a Caltagirone ( Catania) il 17/09/1925, studente. Partigiano in Piemonte da 12 aprile 1945, 2° Divisione GL Brigata Val Maira, nome di battaglia “ Cesare”.

FAILLA Giovanni

nato a Chiaramonti Gulfi ( Ragusa) il 10/09/1920, Esercito caporale Artiglieria. Partigiano in Piemonte da 5 luglio 1944, 104° Brigata Garibaldi, nome di battaglia “Paolo”.

FALCETTA Vito

nato a Terrasini ( Palermo) il 12/04/1903. Partigiano in Piemonte da 14 maggio 1944, Formazione Mat COM.

FALCONE Calogero

nato a Racalmuto ( Agrigento) il 8/03/1914, Esercito soldato Territoriale. Partigiano in Piemonte da  maggio 1944, 4° Divisione Alpi Brigata Val Mongia.

FALCONI Letterio

nato a Messina il 5/01/1913, Esercito Autieri Corpo Automobilistico. Partigiano in Piemonte da 27 aprile 1944, Brigata Val Cormaglia.

FALLA Giuseppe

nato a Scicli ( Ragusa) il 19/03/1923, Esercito soldato Genio. Partigiano in Piemonte da 15 aprile 1944, Formazioni: 1° Brigata d’Assalto, 43° Divisione DE Vitis Brigata F. Gallo.

FALLICO Nunzio

nato a Bronte ( Catania) il 29/08/1919, Esercito Alpini. Partigiano in Piemonte da 5 settembre 1944,  2° Divisione Langhe 6° Brigata Belbo COM, nome di battaglia “ Piuma”.

FALLUCA Gaetano

nato a Erice ( Trapani) il 5/06/1897, Esercito vicebrigadiere Carabinieri. Partigiano in Piemonte da 1 dicembre 1944, 5° Divisione Monferrato 19° Brigata.

FALZEA Carlo

nato a Messina nel 1922. Partigiano in Piemonte e Lombardia, nome di battaglia “ Carluccetto”, nelle formazioni del “ Raggruppamento Divisioni Patrioti Alfredo Di Dio” – univa le divisioni partigiane operanti in Val Toce-Ossola con quelle del piano operanti in Busto Arstizio -Valle Olona e nell’Alto Milanese -. Nella grande sfilata dei gruppi partigiani effettuata a Milano il 5 maggio 1945 portò la bandiera del Raggruppamento. E’ scomparso il 5 settembre 2019.

FAMA Francesco

nato a Monforte San Giorgio ( Messina) il  18/04/1922. Partigiano in Piemonte da 23 agosto 1944, 176° Brigata Garibaldi, nome di battaglia “ Battaglia”.

FAMA’ Gaspare

nato a Licata ( Agrigento) il 4/01/1918, Esercito soldato Artiglieria. Partigiano in Pimonte da 1 novembre 1944, Divisione Marengo Brigata Val Tanaro.

FAMA’ Gino

nato a Roccalumera ( Messina) il 18/04/1920, Esercito Carabinieri. Partigiano in Piemonte da 4 dicembre 1943, 179° Brigata Garibaldi, comandante di distaccamento, nome di battaglia “ Castiglione”.

FERRO Vincenzo

nato a Licata ( Agrigento) il 7/09/1903, autista. Partigiano a Roma, da ottobre 1943, formazioni del Partito comunista italiano, gregario, area operativa terza zona Monte Sacro.

FIASCONARO Gioacchino

nato a Castelbuono ( Palermo) il  26/07/1909, falegname, partigiano a Roma da 8 settembre 1943, formazione Fmcr ( Fronte militare clandestino della Resistenza) / Marina. 

FLERI Vincenzo 

nato a Grammichele ( Catania) il  26/05/1908, impiegato. Partigiano a Roma e Lazio da 8 settembre 1943, formazioni del Partito comunista italiano.

FRANZO Natalizio

nato a Ispica ( Ragusa) il 14/09/1920, soldato Divisione Acqui – 317° Reggimento Fanteria -, disperso ( morto) il 22 settembre 1943 a Cefalonia durante le fasi di Resistenza contro i tedeschi.

FRAZZETTO Sebastiano

nato a Militello Val di Catania ( Catania) il 4/09/1921, Esercitoo soldato Sussistenza. Partigiano in Piemonte da 1 giugno 1944, formazioni: 1À Divisione Langhe, 1° Divisione GL, nome di battaglia “ Nello”.

FREGAPANE Salvatore

nato a Raffadali ( Agrigento) il 23/12/1914, Esercito soldato Cavalleria. Partigiano in Piemonte da 27 giugno 1944, formazione Valle Grana, nome di battaglia “Miniquini”.

FRISINA Antonio

nato a Castiglione di Sicilia ( Catania) il 2/04/1921, Esercito Fanteria. Partigiano in Piemonte da 12 maggio 1944, formazioni: Val Chisone, 4° Brigata Garibaldi, caposquadra, nome di battaglia “ Tarzan”:

FRISONE Domenico

nato a Messina il 15/03/1922, sergente Marina incrociatore Cattaro. Partigiano in Piemonte da 15 dicembre 1943, formazioni: Brigata Val Casotto, 4° Divisione Alpi, nome di battaglia “Cicci”.

FRUMOSA Francesco

nato a Realmonte ( Agrigento) il 17/01/1922, Esercito soldato Fanteria. Partigiano in Piemonte da 16 ottobre 1944, 50° Brigata, nome di battaglia “Franco”.

FUCILE Salvatore

nato a Randazzo ( Catania) il 9/05/1920, Esercito, caporale maggiore Artiglieria. Partigiano in Piemonte da 19 settembre 1944, 102° Brigata Garibaldi, nome di battaglia “Perla”.

FURNARI Filippo

nato a Montalbano Elicona ( Messina) il 29/08/1909, impiegato. Partigiano a Roma da 8 settembre 1943, formazioni del Partito comunista italiano, area operativa 3° zone della città.

FURNERI Antonino

nato a Castel di Iudica  ( Catania) il 4/01/1920, Esercito, soldato Cavalleria. Partigiano in Piemonte da 1 novembre 1943, formazione 20° Divisione Garibaldi, nome di battaglia “Nino”.

FURCO Vincenzo

nato a Castellammare del Golfo ( Trapani) il 8/04/1920, Esercito, soldato Fanteria. Partigiano in Piemonte da luglio 1944, 15° Brigata, nome di battaglia “ Ferrando”.

FURCO Luigi

nato a Castellammare di Stabia ( Trapani) il 13/09/1922, Esercito, soldato Sanità Alpini. Partigiano in Piemonte da 11 gennaio 1945, 9° Divisione Garibaldi Brigata D. CO, nome di battaglia “ Trapani”.

FUSTO Pietro

nato a Paternò ( Catania) il 29/03/1918, Esercito, Caporale Artiglieria contraerea. Partigiano in Piemonte da gennaio 1944, Formazione Garibaldi, 5° Monferrato,  2° Divisione Langhe 6° Belbo, nome di battaglia “Sicilia”.

GABRIELE Stefano

nato a Pantelleria( Trapani) il 12/02/1920, Esercito soldato Fanteria ( dislocato fronte franco-italiano). Partigiano in Piemonte da 2 settembre 1944, 47° Divisione Val Chisone Brigata M. Albergian.

GAETANO Gaetano

nato a Agira (Enna)  il 9/09/1916, dottore in Legge. Partigiano in Piemonte da 24 aprile 1945, 3° Divisione GL Langhe 3° Brigata Fratelli Cirelli, nome di battaglia “Gaetano”.

GAGLIANO Diego

nato a Sciacca ( Agrigento) il 21/11/1920, Esercito caporale maggiore Artiglieria. Partigiano in Piemonte da 1 giugno 1944, 1° Divisione GL Brigata Valle Stura, nome di battaglia “Diego”.

GAGLIANO Filippo

nato a Agira ( Enna) il 8/09/1923, Esercito caporale maggiore Genio. Partigiano in Piemonte da 15 aprile 1945, 7° Divisione Monferrato 1° Brigata, nome di battaglia “Luna”.

GALATI Carmelo

nato a Alcara Li Fusi ( Messina) il 31/01/1924, Esercito Artiglieria. Partigiano in Piemonte da 1 luglio 1944, Formazioni: 9° Brigata Matteotti, 8° Divisione Garibaldi 45° Brigata Matteotti, nome di battaglia “Fiorentino”.

GALATI Santo

nato a Tortorici ( Messina) il 2/04/1920,  Esercito soldato Artiglieria. Partigiano in Piemonte il 22 marzo 1945, 3° Divisione GL 1° Brigata, nome di battaglia “Franco”.

GALATI Vittorio

nato a Catania il 25/12/1917, Esercito sottotenente Fanteria. Partigiano in Piemonte  da 1 gennaio 1945, Brigata SAP Carando, nome di battaglia “ Nico”.

GALLINA Michele

nato a Prizzi ( Palermo) il 8/09/1919, Esercito soldato Artiglieria. Partigiano in Piemonte da 15 giugno 1944, 6° Divisione Garibaldi – rimasto invalido -, nome di battaglia “Agata”.

GALLIONE Giuseppe

nato a Casteltermini (Agrigento) il  7/10/1924, minatore. Partigiano in Piemonte da 1 agosto 1944, Brigata Val Ellero, nome di battaglia “Scicci”.

GALLO Antonio

nato a Scordia ( Catania) il 25/05/1921, Esercito soldato Artiglieria. Partigiano in Piemonte da 19 giugno 1944, 19° Brigata Francia, nome di battaglia “Libero”.

GALLO Giovanni

nato a Canicattì ( Agrigento) il 29/03/1924, Esercito soladto Fanteria. Partigiano in Piemonte da 4 settembre 1944, 10° Divisione GL 2° Brigata, nome di battaglia “Catania”.

GERMANOTTA Fortunato

nato a Naso ( Messina) il 26/07/1917. Immediatamente dopo l’armistizio del’8 settembre 1943 fu fatto prigioniero dai tedeschi, rifiutando ad aderire alla RSI fu deportato nei Lager in Germania fino alla fine della guerra.

GRISAFI Giuseppe

nato a Palermo il 9/09/1921, Esercito, maresciallo Bersaglieri. Partigiano in Piemonte da 1 novembre 1943, Formazioni: 2° Divisione Langhe, comandante plotone, nome di battaglia “Sgancia”.

GUAGENTI Giuseppe

nato a Vallelunga ( Caltanissetta) il 22/05/1916, Esercito sergente Fanteria. Partigiano in Piemonte da 1 febbraio 1944, 48° Brigata Garibaldi, nome di battaglia “Beppe”.

GUAGENTI Nazzareno

nato a Campofranco ( Caltanissetta) il 6/10/1918, Esercito sergente Fanteria. Partigiano in Piemonte da 11 settembre 1944, 4° Divisione Alpi Brigata Val Mongia, nome di battaglia “Calandra”.

GUAIANA Francesco

nato a Avola ( Siracusa) il 16/05/1919, Esercito Sussistenza. Partigiano in Piemonte da 15 marzo 1945, Divisione I. Rossi 2° Brigata, nome di battaglia “Carlo”.

GUARRACI Goffredo

nato a Porto Empedocle (Agrigento) il 13/11/1925, studente. Partigiano in Piemonte dal 10 febbraio 1945, Divisione GMO GL Brigata Superga, nome di battaglia “Oscar”.

GUARRACI Romolo

nato a Palermo il 21/04/1929, studente, dei seminaristi collegiali, giovanissimo partigiano in Piemonte da 1 novembre 1944, Brigata Superga GL,  nome di battaglia “Furetto”:

GUARRAIA Mario

nato a Enna il 7/12/1912, Esercito soldato Artiglieria. Partigiano in Piemonte da 25 aprile 1945, Formazione Matteotti 2° Brigata Buozzi.

GUASTALLA Giuseppe

nato a Torretta ( Palermo) il 19/06/1923, Esercito soldato Fanteria. Partigiano in Piemonte da 22 luglio 1944, 7° Divisione Monferrato 4° Brigata, nome di battaglia “Polo”.

GUASTELLA Riccardo

nato a Bivona (Agrigento) il 12/08/1914. Partigiano in Piemonte da 15 febbraio 1944, 43° Divisione De Vitis, Brigata Moncada.

GUCCIONE Vito

nato a Campobello di Mazara ( Trapani) il 25/121917, Esercito Carabinieri. Partigiano in Piemonte da 20 settembre 1944, )° Divisione Garibaldi Polizia Divisionale, nome di battaglia “Bologna”.

GUERCIA Ignazio

nato a Torretta ( Palermo) il 12/03/1915, Pubblica Sicurezza. Partigiano in Piemonte da 19 settembre 1943, Formazioni: Val Susa Garibaldi, 9° Brigata SAP Cibrario, nome di battaglia “ Giovan Battista”.

GULLA’ Antonino

nato a Ficarra ( Messina) il 3/06/1917, Esercito soldato Bersaglieri. Partigiano in Piemonte da 1 marzo 1945, Brigata SAP Cuneo.

GULLIFA Guglielmo

nato a Lentini ( Siracusa) il 2/03/1911, carabiniere. Partigiano in Piemonte da 21 ottobre 1944, 9° Divisione GL Brigata Tamietti.

GULLINO Giuseppe

nato a Partinico ( Palermo) il 24/06/1891, Esercito capitano Bersaglieri. Partigiano in Piemonte da 20 luglio 1944, Formazioni: 1° Divisione Langhe, 4° Divisione Alpi Brigata Val Mongia, nome di battaglia “ capitano Beppo”.

GULLO Giuseppe

nato a Aliminusa ( Palermo) il 5/01/1916, agricoltore. Partigiano in Piemonte da 1 febbraio 1944, Formazioni: Brigata Val Casotto, Divisione Langhe, 5° Divisione Alpi.

GURRIERI Maria

nata a Gambara ( Brescia) il 7/02/1922, staffetta e partigiana combattente in Lombardia, nome di battaglia “ Lucia”. Negli anni successivi si trasferì a Messina.

GUERRIERO Filippo

nato a Cesarò ( Messina) il 9/10/1920, Esercito soldato Cavalleria. Partigiano in Piemonte da 8 settembre 1943, formazioni: Formazione autonoma, 17° Brigata Garibaldi, 3° Divisione Garibaldi 113° Brigata, nome di battaglia “ Filippo”.

GUIDA Salvatore

nato a Partinico ( Palermo) nel 1922, partigiano in Piemonte, SAP di Verzuolo, Brigata Giustizia e Libertà di Verzuolo. E’ morto a 99 anni il 25 marzo2021.

GULLOTTI Sebastiano

nato a Ucria ( Messina) il 6/07/1918, aviere Aeronautica. Partigiano in Piemonte da 18 novembre 1943, 1° Divisione Langhe. 

GUSMANO Giuseppe

nato a Terrasini ( Palermo) il 28/01/1915, Esercito tenente Fanteria. Partigiano in Piemonte da 5 dicembre 1944, Formazioni: Distaccamento Autonomo Albiana – comandante Distaccamento -, 7° Divisione GL 4° e 5°Brigata Mazzini, vicecomandante di Brigata, nome di battaglia “Riccardi”.  

GUTTADAURO Gaspare

nato a Palermo il 3/06/1928, commesso. Giovane partigiano in Piemonte da 18 aprile 1945, Divisione Monferrato, nome di battaglia “Ciano”.

GUZZETTA Carmelo

nato a Paternò il 15/01/1914, Fanteria soldato Servizio Sanitario. Partigiano in Piemonte da 1 maggio 1944, 46° Brigata Garibaldi, nome di battaglia “Lampo”.

IENNA Pietro

nato a Castellammare del Golfo ( Trapani) il 31/01/1924, partigiano Lazio, formazione G.S. Vitorchiano.

IMBERGAMO Michele

nato a Favara ( Agrigento) il 23/02/1891, ufficiale Esercito. Partigiano in Emilia, responsabile militare per la Democrazia Cristiana nella provincia di Bologna, cofondatore della 6° Brigata Giacomo Fiamme Verdi, formazione di estrazione cattolica. Nome di battaglia “ Felice”.  Vicecomandante del Comando di  Piazza col compito di preparare e dirigere l’insurrezione della città di Bologna avvenuta il 21 aprile 1945.

JACOMO Silvestro

nato a Porto Empedocle ( Agrigento) il 20/01/1919. Partigiano in Toscana dal  giugno 1944 Brigata Garibaldi Pio Borri. 

LANZARO Luigi

nato a Castellamare del Golfo ( Trapani) il 25/04/1918, sottotenente Divisione Acqui – 17° Reggimento Fanteria – , morto a Cefalonia il 17 settembre 1943 durante le fasi di Resistenza alle truppe tedesche.

LATINO Giuseppe

nato a Aragona ( Agrigento) il 20/05/1915, impiegato. Partigiano a Roma dal 15 settembre 1943, formazione Banda Magliana,

LAURA Aurelio

nato a Gioiosa Marea ( Messina) il 20/01/1901. Partigiano nel Lazio da 20 gennaio 1944, formazione Banda Onnis.

LA ROSA Francesco

nato a Lentini ( Siracusa) il 24/07/1901, capitano Guardia di Finanza, morto a Cefalonia il 24 settembre 1943 durante le fasi di Resistenza contro i tedeschi.

LA LOTA Giovanni

nato a Vittoria ( Ragusa) il 28/01/1918, soldato Divisione Acqui – 17° Reggimento Fanteria -, morto a Cefalonia il 17 settembre 1943 durante le fasi di Resistenza alle truppe tedesche.

MANCUSO Antonio

nato a Motta Camastra ( Messina) il 5/03/1923, ex militare esercito, partigiano in Albania da gennaio 1944, Divisione Gramsci.

MANISCALCO Gerlando

nato a S. Biagio Platani ( Agrigento) il 1/07/1922, bracciante. Partigiano in Toscana dal 1° aprile 1944, Brigata XI Zona Patrioti “Pippo”, operante nella montagna pistoiese e in particolare nella zona dell’Alta Val di Nievole e del bacino del Lima.

MARANO Paolo

nato a Palermo il 25/09/1922, sottotenente Divisione Acqui – 317° Reggimento Fanteria -,   morto il 15 settembre 1943 a Cefalonia durante le fasi di Resistenza contro i tedeschi.

MARATTA Nicolò

nato a Casteltermini ( Agrigento) il 1/07/1914, ex militare esercito, partigiano in Grecia da 9 settembre 1943.

MARICCHIOLO  Sante

nato a Catania 20/06/1901, commerciante, partigiano a Roma, formazione Partito socialista di unità proletaria, operativo 5° zona.

MARZO Vincenzo

nato a Mazara del Vallo ( Trapani) 25/06/1896, partigiano nel Lazio da ottobre 1943, formazione Banda libertaria.

MATTINA Giovanni

nato a Racalmuto ( Caltanissetta) 11/07/1918, bracciante, ex militare esercito. Partigiano in Jugoslavia da 8 settembre 1943.

MAURO Giuseppe

nato a Gela ( Caltanissetta) 7/07/1915, brigadiere carabinieri. Partigiano a Roma da ottobre 1943, formazione Bande carabinieri Caruso/Fmcr .

MAZZARINO Agatina

nata a Vizzini ( Catania) 4/04/1916, partigiana nel Lazio da ottobre 1943, formazione Bande carabinieri Caruso/Fmcr.  

MAZZONE Romolo

nato a Ragusa il 21/06/1924, partigiano nel Lazio da ottobre 1943, formazione Brigate Matteotti.

MELFI Luigi

nato a Scicli ( Ragusa) il 19/03/1904 partigiano nel Lazio da ottobre 1943 formazione Brigate Matteotti.

MELI Ferdinando

nato a Palermo il 2.07.1921, soldato Divisione Acqui – Divisione Acqui – 17° Reggimento Fanteria – , morto a Cefalonia il 20 settembre 1943 durante le fasi di Resistenza alle truppe tedesche.

MERLINO Giuseppe

nato a Palermo il 26/06/1912, partigiano nel Lazio da ottobre 1943 – agiva in maniera isolata – caduto il 3 maggio 1944.

MESSINA Alfio

nato a Acicatena ( Catania) il 2/09/1910, partigiano nel Lazio da 9 settembre 1943, formazione Banda Vespri.  

MESSINA Giuseppe

nato a Marsala ( Trapani) il 30/04/1920, partigiano nel Lazio – comune di Ardea – formazione Brigata  La Castagnola.

MESSINA Rosario

nato a Acicatena ( Catania) il 23/04/1909, partigiano nel Lazio da settembre 1943, rimasto ferito e  invalido.

MIANO Giuseppe

nato a Antillo ( Messina) il 4/06/1908. All’atto dell’armistizio del’ 8 settembre 1943 si trovava militare in Grecia. Catturato dai tedeschi rifiuta  la sua collaborazione con i nazisti, deportato nel Lager di Dora Mittelbau, riportando significative lesioni.

MIANO Letterio

nato a Messina il 4/04/1922, commesso viaggiatore. Partigiano nelle Marche dal 20 ottobre 1943, battaglione “Fazzini” ( guidato dal sacerdote don Nicola Rilli, meglio conosciuto come il comandante Lino), Commissario di distaccamento, fucilato a colpi di mitraglia in località Capolapaggia comune di Camerino ( Macerata) il 24 giugno 1944 durante un grande rastrellamento dei nazifascisti che interessò parecchie località e paesi (- Letegge – Pozzuolo – Pielapiaggia – Capolapiaggia -. con 59 caduti, di cui 37 civili ( 8 i ragazzi), molti i fucilati.  Prima di morire gridò: “ Noi non chiediamo pietà, noi che l’abbiamo avuta per i vostri prigionieri, noi sappiamo morire: viva l’Italia”.

MILONE Carmelo

nato a Barcellona ( Messina) il 10/03/1923, Guardia di Finanza, morto a Cefalonia l’8 settembre 1943 durante le fasi di Resistenza ai tedeschi.

MICCICHE’ Luigi  

nato a Vittoria ( Ragusa) il 21/08/1900, ex soldato esercito, partigiano in Grecia da dopo armistizio 8 settembre 1943. 

MINACAPELLI Filomena

nata a Aidone ( Enna) il 3/03/1912, partigiana nel Lazio  durante l’occupazione nazifascista, formazione Banda Ronconi. 

MINALDI Carlo  

nato a Messina il  1/01/1913, partigiano nel Lazio da settembre 1943 – mutilato -.

MINIO Alfonso

nato a Agrigento il 14/09/1906, partigiano nel Lazio – area Tolfa-Allumiere -, formazione Banda Maroncelli .

MIRALIOTTA Biagio

nato a S. Agata di Militello ( Messina) 13/12/1893, partigiano a Roma e nel Lazio da settembre 1943, formazione Brigatte Matteotti .

MONDELLO Giuseppe

nato a S.Angelo di Brolo ( Messina) il 9/07/1904, barbiere. Partigiano a Roma, zona 1, da settembre 1943, formazione Partito socialista di unità proletaria.

MONDELLO Mario

nato a Messina il 18/06/1916, sottufficiale Marina Militare, partigiano a Roma da settembre 1943, formazione Fmcr/Marina. 

MONTANA Giuseppe

nato a Ravanusa ( Agrigento) il 2/02/1915, partigiano a Roma durante l’occupazione nazifascista, formazione Bandiera Rossa.

MULE’ Wolfango Amedeo

nato a Noto ( Siracusa) il 27/10/1910, partigiano nel Lazio da novembre 1943, formazione “ Fronte militare clandestino di Resistenza”, operativo fino alla liberazione del 4 giugno 1944 a Roma e nel Lazio.

NALBONI Calogero

nato a Racalmuto Agrigento) il 6/06/1918, partigiano a Roma durante l’occupazione nazifascista, formazione Partito sociliasta di unità proletaria.  

NARCISI Salvatore

nato a Cammarata ( Agrigento) 10/01/1917, militare in Piemonte prima dell’armistizio del’8 settembre 1943, poi partigiano,  fucilato contro un terrapieno il 4 novembre 1944 a Bergallo di Curreggio ( Novara) in località Ripaccia, assieme ad altri tre partigiani. Salvatore, assieme ai suoi compagni, era stato catturato durante il rastrellamento dei nazifascisti iniziato due giorni prima nella grande area tra il borgomanerese il il Basso Cusio.

NASELLO Giuseppe

nato a Ragusa il 10/11/1901, partigiano nel Lazio da ottobre 1943, formazione Bande Carabinieri Caruso/Fmcr.

NASO Giacomo

nato a Trapani il 22/01/1899, ufficiale telegrafista. Partigiano a Roma – zona Flaminia, Stazione -, da 9 settembre 1943, formazione Partito comunista italiano.

NICOLOSI Salvatore

nato a Palermo il 6/12/1913, partigiano nel Lazio da 9 settembre 1943, formazione Partito d’Azione.

NOCILLA Gaetano

nato a Caltanissetta il 28/01/1897, funzionario. Partigiano nel Lazio da ottobre 1943, formazione Bandiera rossa.

ODDO Giuseppe

nato a Ferla ( Siracusa) il 24/01/1902, partigiano nel Lazio, formazione Partito comunista italiano.

OTTAVIO Vincenzo

nato a Mazzarino ( Caltanissetta) il 29/09/1899, manovale. Partigiano nel Lazio da 9 settembre 1943, formazione Brigate Matteotti.

PALAZZOLO Angela Adriana

nata a Palermo 22/09/1926, giovane partigiana a Roma. Iniziò la sua attività di resistente all’occupazione nazifascista a diciassette anni, dal 9 settembre 1943 – il giorno dopo dell’armistizio -, fino alla liberazione della capitale il 4 giugno dell’anno successivo. Svolse la sua attività di combattente nella formazione  Banda Monte Sacro- S. Agnese.

PALAZZOLO Benedetto

( papà di Angela Adriana), nato a Palermo il 9/01/1896. Partigiano a Roma da 1 ottobre 1943 nella formazione Banda Monte Sacro- S. Agnese.

PALAZZOLO Vito

nato a Regalbuto ( Enna) il 25/10/1909, militare ex esercito italiano. Dopo l’armistizio del’8 settembre 1943, già dal 10 settembre partigiano in Jugoslavia con la Divisione Italia, rimase ferito.

PALAZZOLO Mannino Angelina

nata a Palermo il 24/02/1902, partigiana a Roma durante l’occupazione nazifascista dal 9 settembre 1943 nella formazione Banda Monte Sacro- S. Agnese. 

PALERMO Beatrice

nata a Palermo 2/01/1909. Partigiana a Roma durante l’occupazione nazifascista, da 1 marzo 1944. Formazione Democrazia Cristiana.

PAPPALARDO Gabriele

nato a Leonforte ( Enna) il 5/03/1896, sarto. Partigiano a Roma da 9 settembre 1943, formazione Bandiera Rossa. 

PERRONE Antonio

nato a Acqualandroni / Messina il 14/09/1913, sottufficiale Marina Militare. Partigiano a Roma da 8 settembre 1943, formazione Fmcr/Marina.

PERRONI Pasquale

nato a Agrigento il 2/06/1906, militare ex esercito italiano. Partigiano in Grecia dal 9 settembre 1943.

PETROLO Girolamo

nato a Palermo l’11/08/1926, studente. Diciassettenne partigiano nel Lazio da 8 ottobre 1943, formazione Giustizia e Libertà.

PIAZZA Concetta

nata a Delia ( Caltanissetta) il 19/11/1910. Partigiana nel Lazio durante l’occupazione nazifascista, rimasta ferita.

PILLITTERI Giuseppe

nato a Agrigento il 26/01/1906, partigiano nel Lazio da 9 settembre 1943, formazione “Armata Rossa” che intendeva definire un’alleanza strategica contro i nazifascisti tra Mcd’I ( Movimento comunista d’Italia), Pci e il gruppo dei cattolici comunisti.

PIZZUTO Pietro

nato a Ficarra ( Messina) il 9/01/1891, partigiano nel Lazio, formazione Brigate Garibaldi da 1 ottobre 1943.

POLIZZI Pietro

nato a Serradifalco ( Caltanissetta) il 7/02/1889, maggiore dell’Esercito. Partigiano a Roma da 15 novembre 1943, formazione Banda Riccio.

PONTILLI Giovanni Battista

nato a Castrofilippo ( Agrigento) il 22/10/1902, partigiano nel Lazio da 8 ottobre 1843, formazione Bande Carabinieri Caruso/Fmcr.

PRIVITERA Benedetto

nato a Cefalù ( Palermo) il 1/02/1898, medico chirurgo. Partigiano a Roma da 20 settembre 1943, formazione Banda Prati Fiscali.   

PROCIDA Vincenzo

nato a Palermo il 22/02/1904, partigiano nel Lazio, formazione Sette Comuni.

PUGLISI Corrado

nato a Avola ( Siracusa) il 16/10/1894, partigiano nel Lazio da novembre 1943, formazione Partito socialista di unità proletaria.

PULLARO Calogero

nato a Favara ( Agrigento) il 24/10/1903, partigiano nel Lazio da 8 settembre 1943, formazione Bandiera Rossa.

PULLARO Ernesto

nato a Favara ( Agrigento) il 29/11/1916, motorista, partigiano nel Lazio da 9 settembre 1943, formazione Bandiera Rossa.

PULLARO Giuseppe

nato a Bivona ( Agrigento) il 24/08/1905, partigiano nel Lazio da 9 settembre 1943, formazione Bandiera Rossa.

PUZZO Rosario

nato a Scicli ( Ragusa) il 11/02/1900, partigiano nel Lazio da 9 settembre 1943, formazione Bandiera Rossa.

PUZZO Salvatore

nato a Scicli ( Ragusa)  il 5/02/1916,  partigiano nel Lazio da 9 settembre 1943, formazione Bandiera Rossa.

RAPISARDA Rosario

nato a Acireale ( Catania) il 15/01/1916, partigiano nel Lazio da settembre 1943, formazione Banda Carabinieri Caruso/ Fmcr Bandiera Rossa.

REALE Anna Maria

nata a Capo d’Orlando ( Messina) il 7/11/1922, partigiana nel Lazio da 9 settembre 1943, formazione Banda Nettunense.

RICCIARDOLO Calogero

nato a Sommatino ( Caltanissetta) il 15/07/1923, partigiano nel Lazio da gennaio 1944, formazione Democrazia del Lavoro.

RINALLO Diego

nato a Canicatt’ ( Agrigento) il 2/06/1913, partigiano nel Lazio da 24 settembre 1943, formazione Banda Marocelli.

ROMANO Salvatore

nato a Acquaviva Platani ( Caltanissetta) il 19/10/1910, partigiano nel Lazio da 8 settembre 1943, formazione Banda Tortorici Paolo.

RONCHI Luigi

nato a Termini Imerese ( Palermo) il 26/09/1895, partigiano nel Lazio da settembre 1943, formazione Banda Vespri.

ROSSO DEL SAN SECONDO Raffaele

nato a Valguarnera ( Enna) l’11/05/1905, impiegato. Partigiano a Roma da 8 settembre 1943, formazione Banda del Rosso di San Secondo, comandante, rimasto ferito,arrestato e detenuto in via Tasso e Regia Coeli.

SAITTA Salvatore

nato a S.Teresa Riva ( Messina) il 14/04/1893, militare dell’esercito italiano in Grecia. Partigiano in Grecia dopo l’armistizio di 8 settembre 1943.

SALOMONE Bernardino

nato a Palermo il 13/11/1909, partigiano in Grecia da 9 settembre 1943.

SARNELLA Sabatino

nato a Palermo  il 12/06/1915, partigiano in Emilia Romagna da 25 settembre 1944.

SAVOCA Salvatore

nato a Riesi ( Caltanissetta) il 24/09/1896, partigiano in Abruzzo, formazione Bandiera Rossa/ Gruppo Ciavarella.

SCAFFARO Federico Guglielmo

nato a Catania il 14/01/1895, rappresentante. Partigiano nel Lazio da 9 settembre 1943, formazione Fmcr / Aeronautica. 

SCHILIRO’ Salvatore

nato a Maletto ( Catania)  il 27/03/1909, carabiniere. Partigiano nel Lazioda 8 ottobre 1943, formazione Banda carabibieri Caruso / Fmcr, caduto1 agosto 1944.

SCIASCIA Dino

nato a Agrigento il 6/10/1908, partigiano nel Lazio da 20 settembre 1943, formazione Bande Pironti.

SCIORTINO Giuseppe

nato a Camporeale ( Trapani) il 1/01/1899, partigiano nel Lazio, formazione Bande Cave.

SELVAGGI Umberto

nato a Messina il 7/05/1904, partigiano nel Lazio da 9 settembre 1943, formazione Bandiera Rossa.

SELVAGGIO Vincenzo

nato a Modica ( Ragusa) il 13/08/1920, partigiano nel Lazio, formazione Brigate Matteotti.

SERANGELI Pericle

nato a Aspra ( Palermo) il 23/06/1892, impiegato, partigiano  a Roma, formazioni Partito comunista italiano.

SOLE Decio

nato a Racalmuto ( Agrigento) il 7/01/1906, manovale, partigiano nel Lazio.

TESE’ Calogero

nato a Camastra ( Agrigento) il 11/07/1903, operaio. Partigiano a Roma – VI zona – da 8 settembre 1943, formazioni del Partito comunista italiano.

TESE’ Maria Caterina

nata a Camastra ( Agrigento) il 1/01/1923, partigiana nel Lazio, formazioni del Partito comunista italiano.

TODARO Giuseppe

nato a S. Stefano di Camastra ( Messina) il 17/08/1908, carabiniere. Partigiano a Roma da 8 settembre 1943, formazione Bande Carabinieri Caruso / Fmcr, ferito in combattimento.

TORCHI LUCIFERA Pietro

nato a Scicli ( Ragusa) il 15/09/1907, capo segn. 1° classe Marina Militare. Partigiano a Roma da 8 settembre 1943, formazione Fmcr Marina.

TORTORICI Paolo

nato a Alcamo ( Trapani) il 4/01/1904, partigiano nel Lazio, formazione Brigate Garibaldi.

TRINGALI Antonio

nato a Porto Empedocle ( Agrigento) il 16 novembre 1926, giovane partigiano a Roma da 9 settembre 1943, formazione Sette Colli.

TRIPI Carmelo

nato a Randazzo ( Catania) il 28/10/1892, partigiano a Roma da 9 settembre 1943, formazione Banda Trionfale.

TRIPODO Antonio

nato a Messina ol 16/01/1915, impiegato, partigiano a Roma da 9 settembre 1943, formazione Fmcr / Aeronautica.

URSO Antonio

nato a Giarre ( Catania) il 25/04/1910, partigiano nelle Marche, formazione SAP marchigiana.

VALENTINO Paolo

nato a Catania il 26/02/1921, panettiere, partigiano in Jugoslavia da 9 settembre 1943.

VASILE Paolo

nato a Lentini ( Siracusa) il 3/07/1891, pensionato. Partigiano a Roma da 8 settembre 1943, formazione Fmcr Marina.

VASILE Rosario

nato a Messina il 22/03/1922, giornalista. Partigiano a Roma – zona La Storta, Santa Rosa – da 8 settembre 1943, 

VOLPE Nicolò

nato a Castelvetrano ( Trapani) il 15/04/1919,  sergente maggiore Divisione Acqui – Divisione Acqui – 17° Reggimento Fanteria – , morto a Cefalonia il 22 settembre 1943 durante le fasi di Resistenza alle truppe tedesche.

VASTA Giuseppe

nato a Tortorici ( Messina) il 25/08/1908, partigiano nel Lazio, formazione Banda Onnis.

VECA Salvatore

nato a Cassaro ( Siracusa) il 1/02/1890, partigiano nel Lazio da 9 settembre 1943, formazione Banda Neri.

VENEZIANO Giuseppe

nato a Riesi ( Caltanissetta) 1/04/1896, impiegato, partigiano a Roma – zona Monte Sacro, Macao – da 25 luglio1943, formazione Partito comunista italiano.

VESPUCCI Mario

nato a Ragusa il 24/02/1895, partigiano in Albania da 15 settembre 1943.

ViTARELLI Lucia

nata a Siracusa il 27/04/1892, partigiana nel Lazio, formazioni Bande Carabinieri Caruso / Fmcr.

VITTORIO Salvatore

nato a Floridia ( Siracusa) il 18/06/1909, partigiano nel Lazio da 20 settembre 1943, formazione Centro Informativo R.

VIVIANO GAETANO

nato a Partinico ( Palermo) il 1/05/1917, partigiano nel Lazio, formazione Banda Zagarolo, caduto in combattimento.

VIZZINISI Giuseppe

nato a Castelvetrano ( Trapani) il 1/04/1904, partigiano nel Lazio da 8 settembre 1943, formazione Partito comunista italiano. 

ZAPPALA’ Vincenzo

nato a Racalmuto ( Agrigento) il 6/10/1916, falegname, partigiano nel Lazio da 11 settembre 1943, formazione Democrazia Cristiana.

ZERBINOTTO Antonio

nato a Giarre ( Catania) il 15/06/1921, partigiano in Jugoslavia da 8 settembre 1943.

ZAVAN Amerigo

nato a Treviso il 10/11/1919, Ufficiale di complemento Artiglieria Sabauda. Durante la Lotta di Liberazione partigiano nella Brigata Garibaldi in Veneto, capo gruppo ricognitori del servizio I.M. del Comando Militare del CLN di Treviso. Successivamente trasferitosi a Messina, ove è deceduto.

In memoria del partigiano ragusano: PAOLO DE VITA

Nel cimitero di Codolo , frazione del Comune di Zeri (MS), una lapide ricorda il partigiano ragusano DE VITA PAOLO. Nato a Chiaramonte Gulfi il 16 gennaio 1923, caduto in combattimento a Zeri / Massa Carrara il 20 gennaio 1945.

Nella lapide è riportato qualche errore. Gli elementi identificativi principali accertano il partigiano De Vita Paolo. Un ringraziamento al lettore del sito “ La Bottega del Barbieri” che ha trasmesso la fotografia, in relazione alla nota pubblicata nel sito nell’aprile 2016: Partigiani siciliani, 520 nominativi”.

d.s.3

Lettere di Memoria e Libertà a cura di Domenico Stimolo. Edizione 2020

Copertina-tesseramentoQuesta “ Lettera di Memoria e Libertà viene pubblicata in ricorrenza del 25 APRILE – 75° Anniversario della LIBERAZIONE – è interamente dedicata ai partigiani siciliani.

Non esiste ad ora una “fonte” unica, completa, che riporti i nominativi e gli aspetti di tutti i partigiani siciliani che svolsero attività di Resistenza su tutti i “fronti” prima evidenziati.
Nel corso del tempo molti pregiati approfondimenti di ricerca sui partigiani siciliani son stati condotti da numerose strutture dedicate alla memoria della Lotta di Liberazione, da ricercatori storici, da libri di memorialistica e quant’altro operativo nel mondo sociale e culturale del territorio, che con dedizione civile e democratica continua la sensibilizzazione sui valori della Resistenza e sul contributo di uomini e donne della nostra Regione.

Ringrazio i responsabili dei diversi siti internet, in Sicilia e in vari luoghi nazionali, compagni e amici che hanno a cuore i valori universali della Resistenza e della Lotta di Liberazione contro il nazifascismo determinanti per la rinascita della libertà e della democrazia nel nostro Paese – impressi nei postulati supremi della Costituzione- che nei mesi di aprile 2016 e 2018 hanno pubblicato la “Lettera di Memoria e Libertà” con i novecentottantasette ( 520 +467) nominativi di partigiani siciliani, contribuendo in maniera importante alla divulgazione della memoria. Mi auguro che lo stesso impegno
venga mantenuto in questa ricorrenza del 75° Anniversario della Liberazione per la pubblicazione di questi ulteriori 420 nominativi contenuti in questa terza parte.

Qui puoi scaricare l’intero manoscritto, Lettera di Memoria e Libertà

25 APRILE 2020 LETTERA

Lettera di Memoria e Libertà (25 aprile 2018)

“Senza memoria non c’è futuro,
per la democrazia, la pace e i diritti dei cittadini”

 

Nota a cura di Domenico Stimolo.

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Quanti sono stati i partigiani siciliani nella lotta contro il nazifascismo
direttamente impegnati nei luoghi di combattimenti, a partire dall’armistizio dell’8
settembre 1943? Tanti. Numerose migliaia, certamente, impegnati in tantissime aree
territoriali nazionali ( non solo nel centro-nord) e in tant’altre zone fuori dai confini.
La Resistenza, pur con caratteristiche diverse da quelle che furono successivamente
codificate, iniziò già dall’agosto del 1943, in Sicilia, in diversi paesi dell’area
etnea e del messinese. Tra i tanti civili che si ribellarono alle infame angherie e alle
depredazioni delle truppe tedesche in ritirata, molte decine furono ammazzati.
Al di la dell’aspetto strettamente “storiografico” partigiani sono stati gli uomini e le
donne che in tutte le maniere fecero Resistenza, in armi o con dinamiche di
supporto e assistenziali, al dominio ideologico e militare che i nazifascisti volevano
continuare ad imporre all’Italia dopo gli anni catastrofici della guerra scatenata in
nome della “razza eletta”. Dalla caduta della dittatura ( 25 luglio 1943) e dalla firma
dell’armistizio con gli Alleati ( 8 settembre 1943), contribuendo alla riconquista della
libertà e dei diritti umani e sociali fondamentali, al riscatto dei valori principali del
Bene Comune, storicamente chiamata Patria, infangata dalle ignominie fasciste e dalle
enormi distruzioni umane e materiali procacciate dall’Asse – la stretta alleanza
ideologica e militare tra l’Italia fascista e la Germania nazista, poi con il Giappone -.

All’atto dell’armistizio, stipulato l’8 settembre 1943 a Cassibile ( Siracusa),
considerevoli concentrazioni di strutture militari si trovavano dislocate nel territorio
nazionale, tant’altri notevoli raggruppamenti militari si trovavano posizionati in aree
fuori dai confini: Francia, area Balcanica ( Albania, Jugoslavia, Grecia) e in altre zone,
come determinato dall’ espansione della guerra di aggressione fascista iniziata il 10
giugno del 1940. Il “ mitico impero” creato in Africa: Libia, Etiopia, Somalia, Eritrea,
era stato già abbandonato. La disfatta in Russia, con tutte le tragiche conseguenze per
i soldati italiani mandati allo sbaraglio, era già avvenuta.
Un enorme numero di militari permaneva quindi in Italia e nei vari fronti di guerra
ancora in essere. Rimasero abbandonati, ignominiosamente, senza procedura sulla
condotta da seguire. Seguirono giornate frenetiche. Le truppe tedesche passarono
all’attacco su tutti i fronti dove erano dislocati militari italiani. Oltre 650.000 furono
presi prigionieri, trasportati e rinchiusi in molti campi di concentramento
prevalentemente in Germania, veri e propri Lager. Sono gli IMI, “ Internati Militari
Italiani”. La stragrande maggioranza rifiutò di aderire alla RSI
In tanti, in Italia e fuori dai confini, non si arresero alle truppe tedesche, non deposero
le armi. Si organizzarono per resistere ai nazisti, già a partire nei giorni successivi
all’armistizio. Nel Paese molti furono gli eventi di strenuo contrasto, in parecchie realtà
del Nord e a Roma nella battaglia di Porta San Paolo del 10 settembre.
Fuori dall’Italia tanti i casi di strenua e sanguinosa resistenza. A Cefalonia l’evento
più significativo e drammatico, migliaia di soldati e ufficiali furono uccisi nei
combattimenti e poi fucilati. La stessa opposizione avvenne a Rodi e in molte zone
della Jugoslavia, Albania, Grecia, in forma più ridotta nella Francia meridionale.
Tanti restarono uccisi, molte decine di migliaia di militari si aggregarono alle strutture
partigiane locali o parteciparono direttamente alla lotta contro le truppe tedesche
mantenendo in maniera significativa la struttura originaria, operando in Jugoslavia
ed Albania: Divisione Garibaldi “ Natisone” ( Slovenia –Croazia); Divisione “Italia”
suddivisa in quattro brigate; Divisione Partigiana “Garibaldi” ( operativa in
Montenegro, Erzegovina, Bosnia, Sangiaccato), composta dalle ex Divisioni
dell’esercito “Taurinense” e “Venezia”. Alla bandiera della Divisione Garibaldi, al
reparto carabinieri della Divisione e al gruppo “Aosta” del 1° Reggimento Artiglieria
Alpina, al’83° e 84° Reggimento Fanteria della Divisione “Venezia”, al 19° Reggimento
Artiglieria da Campagna della Divisione “Venezia” ( tutti costituenti la Divisione
Partigiana Garibaldi), venne riconosciuta la medaglia d’oro. Molti altri partigiani si
aggregarono a queste formazioni.
In questa “ Lettera di Memoria e Libertà”, tra gli altri, sono riportati i nominativi ( con
brevi biografie) di tutti i militari siciliani che fecero parte della Divisione Garibaldi.
Altri sono stati già inseriti nella prima parte comprendente complessivamente 520
nominativi.
Molti componenti dei reparti militari italiani che dopo l’armistizio si ritirarono dal sud
della Francia, si aggregarono alle formazioni partigiane che si costituirono in
Piemonte.
Inoltre, dopo la dichiarazione di guerra del Regno d’Italia alla Germania del 13 ottobre
1943 venne riorganizzato il nuovo esercito italiano. Consistenti gruppi di
combattimento furono schierati in supporto agli Alleati contro le armate tedesche.
In Italia, molti militari siciliani si inserirono nelle formazioni della Resistenza, già nel
corso del mese di settembre del 1943. A questo riguardo è bene evidenziare il
significativo contributo dato a Roma e nel Lazio in genere fino alla Liberazione
avvenuta il 4 giugno 1944.
Altri, non pochi, da civili, emigrati nelle aree del centro-nord nel corso degli anni
precedenti, scelsero di essere partigiani.
Donne siciliane parteciparono attivamente alla Lotta di liberazione nelle aree
territoriali del centro-nord. Giovani, impavide, con grande voglia di riscatto civile e
democratico. Alcune furono uccise dai nazifascisti, dopo avere subito orrende torture e
sevizie. In questa “Lettera” vengono riportati 23 nominativi, che si aggiungono alle
due partigiane donne già richiamate nella nota del 25 aprile 2016. L’elenco è ancora
parziale.

Potete scaricare in PDF,  l’intero testo di Lettera di Memoria e Libertà di Domenico Stimolo. Dove potete trovare l’elenco aggiornato dei nominativi delle partigiane e dei partigiani siciliani.

LETTERA Memoria e Libertà 25 aprile 2018